Definirli un cancro, come ha fatto
David Serra
è una offesa basata sui più retrivi
luoghi comuni
Gli
avvocati italiani non ci stanno a essere definiti "un cancro". Nicola
Marino, presidente dell’Organismo Unitario Avvocatura, replica con durezza ai
“cinguettii” riportati oggi dal quotidiano la Repubblica, in cui
David Serra, finanziere e noto sostenitore del segretario del Pd, Matteo Renzi,
attacca l’avvocatura italiana: «Invece di guardare al problema del numero di
avvocati, che oltretutto è una delle preoccupazioni della categoria, David
Serra dovrebbe farsi promotore di un mea culpa collettivo, visto che proprio il
mondo della finanza, in assenza di regole chiare, ha fatto precipitare l’Europa
in una crisi durissima (non ancora terminata) e dalle terribili conseguenze per
tutti i cittadini. L’uomo di affari preferisce, invece, ricorrere su Twitter a
battute offensive e a luoghi comuni anziché fare analisi serie nel merito dei
problemi del Paese. Mi auguro che Matteo Renzi prenda le distanze da un
approccio così approssimativo, superficiale e dannoso per le vere criticità
dell’Italia, sulle quali non serve una caccia alle streghe (in questo caso
contro gli avvocati) ma confronto e proposte chiare. A David Serra, infine, un
invito: innanzitutto si informi correttamente e quando vorrà conoscere i gravi
problemi con i quali si confrontano i legali tutti i giorni, lo condurremo per
le aule dei tribunali affinché possa osservare come lavorano, tra mille
difficoltà, migliaia di professionisti nell'interesse dei cittadini e delle
imprese».
(Da Mondoprofessionisti
del 5.2.2014)