martedì 26 maggio 2015

No a cause di pochi euro, intasano la giustizia

La Cassazione respinge ricorso per una controversia
in cui si chiedevano 33 euro a titolo di interessi!

Sicuramente le cause di scarso valore contribuiscono a ingolfare la già di per sé lenta macchina giudiziaria. E di certo non aiutano il sistema giustizia a uscire da una situazione di cronica emergenza.

Eppure anche le cause di valore molto modesto potrebbero finire nelle aule della Suprema Corte.

Nel 2007 ad esempio la Cassazione dovete decidere in merito a una richiesta di risarcimento danni che i parenti di un defunto avevano rivolto al prete che aveva sbagliato l'orario della messa funebre nonostante avesse percepito un compenso di 10 euro. Una cosa di poco conto eppure il caso era finito nelle aule della Suprema Corte (Vedi: Cassazione: prete sbaglia orario della messa funebre? Niente risarcimento ai parenti)

E di casi di questo tipo ce ne sono davvero tanti.

Ora gli Ermellini sembrano aver deciso di correre ai ripari.

Dopo essere stati chiamati a decidere in merito a una controversia in cui l'oggetto del contendere aveva un valore davvero irrisorio hanno deciso di respingere il ricorso.

Insomma che si abbia ragione o no poco importa, il ricorso potrebbe essere respinto se ciò di cui si discute ha un valore  "oggettivamente minimo" ed una valenza solo economica.

Nel caso di specie (che è immediatamente finito nel notiziario dell'ANSA) si trattava di decidere in merito al riconoscimento di interessi sul capitale per un tardato pagamento di appena 15 giorni. Ritardo per quale il creditore chiedeva il riconoscimento di 33 euro.

Il no della Corte è stato deciso: cause di questo tipo rallentano la giustizia.


(Da studiocataldi.it del 20.5.2015)