mercoledì 6 novembre 2013

SIAMO COSTRETTI A LAVORARE IN SEI SEDI

No agli uffici giudiziari alla Meucci


Gli avvocati catanesi non hanno alcuna intenzione di fare le «trottole» per lavorare in sei sedi giudiziarie diverse, men che meno alla scuola Meucci, individuata dal Comune come possibile sito dove ospitare gli uffici giudiziari che avrebbero dovuto trovare posto nell'immobile di via della Carvana, idea abbandonata per via degli alti costi dell'affitto.

Il messaggio è arrivato forte e chiaro nell'assemblea che l'Ordine degli avvocati ha organizzato ieri (lunedì, NdaAGANews) all'hotel Excelsior (cfr. AGANews del 24 ottobre u.s.).

Al centro della discussione i problemi scaturiti dalla chiusura delle sedi distaccate del Tribunale che stanno creando innumerevoli disagi. «Chiederemo - ha preannunciato il presidente dell'Ordine degli avvocati Maurizio Magnano di San Lio - un incontro con la Commissione manutenzione, il Comune e il presidente del Tribunale per trovare un'alternativa alla Meucci. Gli avvocati civilisti sono «smembrati» in sei posti diversi e questo crea al nostro lavoro un ritorno assolutamente negativo, come peraltro, avevamo previsto. Per noi la soluzione migliore sarebbe un'unica cittadella della giustizia, ma il progetto dell'ex ospedale San Luigi, sempre che si proseguirà su questa strada, sarà pronto non prima di 3-4 anni. In subordine accetteremmo una suddivisione "verticale" degli uffici, il penale da una parte, il civile dall'altra, ma non alla Meucci. Serve una soluzione più consona, che vada oltre i provvedimenti dettati dall'emergenza. Bisogna avviare un dibattito per trovare un'alternativa, anche se i margini della discussione sembrano molto ristretti».

Tra le conseguenze della chiusura delle sedi distaccate, secondo la denuncia degli avvocati, il rallentamento del lavoro di cancelleria sulle quali gravano molti più provvedimenti, la difficoltà ad ottenere il rilascio delle copie delle sentenze, i problemi di capienza delle aule, il sovraccarico di lavoro per il personale amministrativo che "fa quello che può", le spese maggiorate per i cittadini. Se la notifica di un pignoramento ad Adrano costava 20 euro, oggi per pagare la trasferta all'ufficiale giudiziario, di euro ce ne vogliono 70/80, tutte spese che si riflettono sulle tasche dei cittadini.


Carmen Greco (da La Sicilia del 5.11.2013)

P.S. di AGA News: da quanto tempo lo diciamo?