In Tribunale non s'era mai visto. Un giudice che
sospende l'udienza ed emette un'ordinanza nella quale rinvia tutti i processi
in calendario per un «problema di vivibilità dell'aula». E' accaduto ieri
mattina (mercoledì 30 ottobre, NdAGANews) nella terza aula dell'ex pretura in via Crispi. Il gip Santino
Mirabella ha rinviato tutti i processi che avrebbe dovuto trattare, una
ventina, per l'impossibilità di «lavorare in maniera dignitosa in un buco senza
ricambio d'aria».
Nell'aula terza, infatti, le uniche prese d'aria sono
degli «oblò» sul soffitto che ieri erano chiusi e, secondo il calendario, non è
più tempo di aria condizionata.
«Io qui rappresento l'istituzione - ha detto ieri il
gip in aula - e le istituzioni si devono rappresentare in maniera dignitosa
all'utenza. Non possiamo stare qui ammassati come in un carro bestiame. Non
possono i testi aspettare, per ore, ed uscire sudati ed in alcuni casi
accusando dei malori. Spesso mi è capitato di chiamarli e di sentirmi dire
"se n'è andato perchè si è sentito male"».
Un malore, la settimana scorsa lo ha accusato lo
stesso giudice Mirabella che è svenuto in aula mentre celebrava un processo ed
è stato portato via in barella. «Il problema - ha aggiunto - non è personale.
L'unica presa d'aria che c'è in quest'aula sono i bocchettoni, oggi chiusi.
Certo, la situazione è quella che è, e lo sappiamo noi operatori di giustizia
impegnati quotidianamente in queste aule. Ma qui il problema è che ci perdiamo
la faccia, tutti, di fronte agli utenti. Come si può accogliere un cittadino in
un posto iniquo da tutti i punti di vista? Siamo costretti a fare udienze in
aule piccole, dove ci sono spesso 60/70 persone, senza finestre, senza aria
condizionata con detenuti accompagnati (in manette) dagli agenti della polizia
penitenziaria, spesso costretti a stare gomito a gomito con i testi del
processo. Ho segnalato queste cose al presidente del Tribunale e ho apprezzato
moltissimo la sua buona volontà, ma non si può più lavorare in queste
condizioni».
Al grido di dolore del giudice Mirabella si sono
uniti, ieri in udienza anche gli avvocati. Per tutti l'avvocato Fabrizio
Seminara che si è espresso sulla stessa lunghezza d'onda sottolinenando
l'assenza di ricambio d'aria e per i difensori, anche il problema di posti a
sedere e l'impossibilità a portare con sè le "carte", perché non c'è
dove mettere materialmente i faldoni.
Tutti problemi che il presidente del Tribunale, Bruno
Di Marco, cui è stata inviata copia dell'ordinanza preventiva (trasmessa anche
al presidente della Corte d'appello, al procuratore della Repubblica, al
dirigente dell'Asp di Catania, al sindaco Bianco e all'assessore alle
Manutenzioni, al presidente del Consiglio dell'Ordine e al ministero della
Giustizia), conosce bene. «Riconosco che le condizioni delle aule non sono il
massimo - ha dichiarato il presidente Di Marco - sia per l'utenza sia per chi
ci lavora, ma è così da sempre. Stamattina (ieri ndr), nonostante io avessi già
ordinato di far aprire i bocchettoni venerdì scorso, ho chiesto nuovamente agli
operai del Comune (cui spetta la manutenzione dell'edificio dell'ex pretura
ndr) di aprirli e un funzionario del Comune è venuto da me ad assicurarmi che
era stato fatto. Certo, in un momento in cui le risorse non sono sufficienti,
tanto per usare un eufemismo, non ho chiesto il ripristino dell'aria
condizionata che, tra l'altro, non si può ripristinare per legge. Se poi
abbiamo avuto un ottobre con temperature estive non è colpa di nessuno... ».
Carmen Greco (da La
Sicilia del 31.10.2013)