I giudici costituzionali bocciano
le
richieste di referendum abrogativo
avanzate da diversi consigli regionali
contro la riforma della geografia giudiziaria
Inammissibili
le richieste di referendum abrogativo avanzate da diversi consigli regionali
contro la riforma della geografia giudiziaria, che ha tagliato oltre mille
uffici in tutta Italia. La Corte
costituzionale ha infatti dichiarato ''inammissibile la richiesta di referendum
abrogativo riguardante: l'art. 1, commi 2, 3, 4, 5, 5-bis della legge 14
settembre 2011, n.148 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto
legge 13 agosto 2011, n.13, recante ulteriori misure urgenti per la
stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. Delega al Governo per la
riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari);
l'intero decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155 (Nuova organizzazione dei
tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, a norma dell'art. 1,
comma 2, della legge 14 settembre 2011, n.148); l'intero decreto legislativo 7
settembre 2012, n. 156 (Revisione delle circoscrizioni giudiziarie -Uffici dei
giudici di pace , a norma dell'art. 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011,
n. 148)''. La sentenza, sottolineano alla Corte costituzionale, ''sarà
depositata entro i termini previsti dalla legge''. La riforma della geografia giudiziaria è
entrata in vigore il 13 settembre scorso.
(Da Mondoprofessionisti
del 15.1.2014)