La
relazione annuale sull’amministrazione della Giustizia che il ministro
Annamaria Cancellieri ha presentato lunedì alla Camera non convince il mondo
dell’avvocatura. Il dato riportato dal ministro sul numero dei procedimenti in
calo sembra più che altro il risultato di un accesso alla giustizia sempre più
difficile. Infondato, inoltre, appare l'ottimismo sui procedimenti telematici:
i numeri raccontano una realtà ben diversa. Ecco nel dettaglio alcune reazioni
Anf: Ester Perifano. “I numeri
esposti dal ministro della Giustizia Cancellieri nel corso della relazione
sull'amministrazione della Giustizia, quasi 9 milioni di processi pendenti,
sono pressoché identici a quelli degli anni precedenti. Alla luce di questa
situazione sostanzialmente cristallizzata nel tempo, bene farebbe la Ministra, e con lei tutto
il Governo, ad interrogarsi sulla reale efficacia delle misure messe in campo
negli ultimi anni, perché alcune, come andiamo dicendo da tempo, sono
assolutamente inutili, altre addirittura dannose, e tutte contro il cittadino e
il suo diritto ad ottenere giustizia in tempi rapidi. Tuttavia sarà la Corte Europea ad
occuparsi molto presto della effettiva portata delle misure approvate e, ne
siamo certi, non potrà che rilevarne la sostanziale illegittimità: perché tutte
dettate da esigenze di bilancio e non certo dalla volontà di migliorare
l’amministrazione della giustizia nel nostro Paese”.
Oua. Duro il giudizio dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura sulle
anticipazioni relative alla relazione del Ministro Cancellieri alla Camera dei
Deputati sullo stato della giustizia. Per Nicola Marino, il Guardasigilli, «non
solo ammette il fallimento delle sue politiche, ma conferma anche che la linea
seguita dagli ultimi Governi (comprimere il diritto di difesa, aggredire la
legge Pinto, inserire filtri, aumentare i costi, complicare l’accesso ai
cittadini) oltre che ingiusta, è totalmente inutile per la riduzione della
lunghezza dei processi e la diminuzione delle pendenze. I numeri di quest’anno
sono, purtroppo, coerenti con quelli degli anni scorsi, seppur con qualche
miglioramento sul civile. È sempre emergenza.
Ancor più grave – aggiunge il presidente Oua – è che in una situazione
del genere, il Ministro insista con il pontificare sulla riforma della
geografia giudiziaria, un provvedimento che in molte realtà sta contribuendo
all’aumento dei rinvii dei processi e alla dilatazione ulteriore dei tempi
della giustizia. Invece di fare continuamente polemiche con gli avvocati, anche
in trasferta estera - prosegue Marino, rivolgendosi alla Cancellieri - forse
farebbe bene ad ascoltarli. Accolga, per esempio, una richiesta concreta: le
risorse della giustizia siano finalmente impiegate per fare funzionare meglio il
settore, a partire da una seria riorganizzazione degli uffici e dall’estensione
reale delle innovazioni tecnologiche e del processo telematico. Basta con gli
sprechi come avvenuto con i braccialetti elettronici o come continua ad
avvenire con l’eccessivo ricorso alle costose intercettazioni. Le risse verbali
- conclude - spesso, servono, appunto, per nascondere la realtà, se non fosse
che alla fine questa emerge con inesorabile evidenza. La giustizia continua ad
essere umiliata in questo Paese. Servono vere riforme e dialogo, non trovate ad
effetto».
Aiga: Nicoletta Giorgi “L’intervento alla Camera dei Deputati del Ministro
Cancellieri in merito allo stato di salute del sistema Giustizia dimostra
l’intenzione di procedere sulla strada tracciata fino ad ora senza che le
costanti e numerose critiche sollevate da chi opera nel diritto abbiano in
alcun modo scalfito l’originario progetto, unilateralmente intrapreso”. Nel suo intervento il Ministro Cancellieri ha
segnalato come dato positivo “un calo delle pendenze rispetto al 2012, per
tutti i gradi di giudizio, del 4%, che arriva al 6% in corte di appello; nonché
la riduzione del 20% in tema di ricorsi in materia di equa riparazione per
l'irragionevole durata dei processi”. Secondo Aiga però questo dato nasconde
una realtà ben diversa: “I numeri dei procedimenti in diminuzione – spiega
infatti Nicoletta Giorgi - sono solo il risultato di un accesso alla giustizia
sempre più difficile per il cittadino e questo per la giustizia è una vittoria
di Pirro che non serve a nessuno”. “Nessun passo indietro o dimostrazione di
apertura sui disegni di legge collegati alla legge di stabilità 2014 – continua
Nicoletta Giorgi -. Il ministro ritiene che la semplificazione delle forme
processuali per le controversie non connotate da complessità e una sentenza
priva di motivazione siano “misure di ordine processuale e sostanziale per il
recupero dell’efficienza del processo di cognizione mentre si rende sempre più
urgente una riforma complessiva del sistema giustizia”. Accanto a tali
dichiarazioni, “quanto più lontane dalla consapevolezza delle dinamiche
giudiziarie”, si leggono attestazioni ottimistiche sui servizi telematici:
deposito di atti e pagamenti telematici vengono indicati una realtà d’uso
quotidiano: “Invece – sottolinea Nicoletta Giorgi - i dati forniti dal
ministero della giustizia a novembre 2013 danno atto di un attuale utilizzo del
processo telematico molto ridotto e con depositi telematici verificati solo su
8 corti d'Appello su 29 e in 51 tribunali su 140!. D’altronde se il ministro
Cancellieri dichiara che dal 30.06.2014 il processo telematico sarà
obbligatorio per legge per tutti i procedimenti monitori, anziché per tutto il
procedimento civile, di cui la fase monitoria è solo una possibile parte
rivolta al recupero credito e già oggetto di sperimentazione telematica ormai
da anni – conclude Nicoletta Giorgi – si comprende purtroppo la mancanza di una
visione chiara e consapevole di quanto accade nei tribunali d’Italia”.
(Da Mondoprofessionisti
del 22.1.2014)