Nei distretti di Corte d'appello con il
suo silenzio
il mondo forense ha fatto sentire la
sua voce di dissenso
Sette
giorni dopo la protesta contro i provvedimenti del governo Letta e del suo
ministro Cancellieri che non ha partecipato alla VII Conferenza dell’Avvocatura
il mondo forense è sceso ancona in campo per manifestare la sua decisa
opposizione alle ultime riforme, che violano i diritti di difesa dei cittadini
ed ostacolano il loro accesso alla Giustizia. L’Organismo unitario
dell’avvocatura (Oua) ha organizzato infatti, in occasione dell’inaugurazione
dell’anno giudiziario, una serie di mobilitazioni ed i rappresentanti
dell’avvocatura hanno letto un documento di protesta ed hanno poi abbandonato
l’aula. Le iniziative di protesta degli avvocati proseguiranno nei prossimi
giorni con assemblee a livello locale e culmineranno il 18-20 febbraio con
l’astensione dalle udienze e con una manifestazione nazionale a Roma il 20. «Al
ministro Cancellieri oggi (ieri ndr.) ho ribadito, vista l’assenza di elementi
nuovi e di gesti concreti, la mia indisponibilità a incontrarla il prossimo 28
gennaio e confermato l’astensione dalle udienze il 18-20 febbraio», ha
affermato il presidente dell’Oua, Nicola Marino. A Cagliari, dove è intervenuta
il ministro Cancellieri, alla fine dell’intervento Marino è uscito dalla sala
per testimoniare il disagio della categoria. Le richieste degli avvocati sono
numerose, ma soprattutto si battono contro la riduzione dei compensi per il
gratuito patrocinio, che di fatto nega ai più poveri il diritto di essere
difesi, essendo ormai economicamente insostenibile per un avvocato assumere la
loro difesa; contro l’aumento del costo delle marche da bollo; si dichiarano
ancora contrari alla norma che impone alla parte soccombente il pagamento di un
osceno balzello per vedersi riconosciuto il proprio diritto di conoscere le
motivazioni della sentenza di primo grado e contro la responsabilità in solido
dell’avvocato con il cliente, per lite temeraria. Capofila della protesta ancora una volta
Napoli con le mani legate e con una fascia tricolore con la scritta "in
difesa dei diritti". Gli avvocati hanno iniziato la loro protesta prima
della relazione del presidente della corte d'Appello, Antonio Buonajuto. A Roma
il presidente dell’ordine, Mauro Vaglio, indossando sulla toga una fascia
tricolore con la scritta “a difesa della democrazia” ha letto un documento
sottoscritto da tutti gli ordini d’Italia. “Protestiamo contro le difficoltà di
accesso alla giustizia sempre più onerosa ed all’appannaggio dei più ricchi”.
Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lecce, ida parte sua, ha deliberato
di non partecipare, per le note ragioni di protesta, alla cerimonia di
inaugurazione dell’anno giudiziario, invitando tutti gli avvocati del distretto
a fare altrettanto.“ Gli avvocati abruzzesi, invece, hanno abbandonato per
protesta la cerimonia d'inaugurazione dell'anno giudiziario, all'Aquila,
denunciando «la condizione in cui versa la giustizia». Analogo il comportamento
degli avvocati di Potenza. Proteste anche degli avvocati calabresi: a Catanzaro
hanno abbandonato la cerimonia; a Reggio Calabria sono invece rimasti in aula.
Nel capoluogo siciliano gli avvocati hanno contestato l’operato del ministro
del Guardasigilli. «Il ministro Cancellieri se ne vada. Ha dimostrato di essere
inadeguata al compito», ha detto Francesco Greco, presidente dell’Ordine degli
avvocati di Palermo. E a Cagliari, all’inaugurazione era presente il ministro
Cancellieri, gli avvocati penalisti non sono intervenuti alla cerimonia
nell’aula magna del palazzo di giustizia. Sit-in di protesta davanti al Palazzo
di Giustizia con i manifestanti che hanno consegnato volantini di protesta
sulla situazione della giustizia in Italia. E proprio a Cagliari sono intervenuti
i vertici dell’avvocatura. Il primo a
parlare è stato il consigliere segretario del Consiglio Nazionale Forense,
Andrea Mascherin. “Non possiamo non denunciare – ha esordito - come sia in atto
anche nel nostro Paese una sfida culturale che rischia d’essere senza ritorno.
Da una parte la banca mondiale degli investimenti, le multinazionali, gli
speculatori finanziari, gli adoratori del mercato e della concorrenza selvaggia
nel nome di un sistema, anche sociale, che tutto deve sacrificare all’economia;
sistema nel quale la giustizia è un bene di lusso che paga un super bollo.
Dall’altra chi crede, come gli Avvocati, che la solidarietà e la giustizia non
siano valori da sacrificare al mercato. “L’Avvocatura ha certamente il diritto
di protestare e ha il diritto di sentirsi tradita dal ministro, dal suo
ministro, se questi diserta gli incontri con la stessa, se non l’ascolta e pare
preferire ascoltare tecnocrati, burocrati, economisti, creatori di valori
consumisti e non di valori solidali”, ha sottolineato Mascherin. Che nel
contempo ha richiamato l’attenzione sull’ “impegno responsabile, costruttivo,
propositivo” degli avvocati. “L’Avvocatura italiana, all’ultima conferenza
tenutasi a Napoli, ha messo sul tappeto progetti concreti, articolati in ogni
aspetto, pronti a svolgere la propria efficacia da domani, se adottati dal
Parlamento e dall’Esecutivo”, ha ricordato Mascherin. Per un processo civile
snello e garantito, affidato a percorsi professionali e competenti: la
negoziazione assistita, disegno di legge già giacente alle Camere, che
consentirebbe, con l’accordo delle parti e con l’ausilio degli avvocati, di
semplificare la conclusione degli accordi e di prevenire le liti; e la
translatio judicii, che consentirebbe, previa istanza congiunta delle parti, di
trasferire i procedimenti giudiziali alle camere arbitrali istituite presso gli
Ordini e previste dalla riforma professionale”.
Duro l’intervento della segretaria dell’Anf, Ester Perifano: "Il
suo Governo, come quelli che lo hanno preceduto – ha detto la Perifano rivolgendosi al
ministro - ha scelto la linea di comprimere il diritto di difesa ,
costituzionalmente garantito, peraltro non assumendosene la responsabilità
politica, ma adottando misure che sembrano occuparsi d'altro, ma che in realtà colpiscono
al cuore la nostra civiltà giuridica. ad esempio triplicando in pochi mesi i
costi per accedere alla giurisdizione, favorendo norme processuali
oggettivamente odiose, allontanando fisicamente i cittadini dai tradizionali
luoghi di amministrazione della giustizia, riducendo talmente i compensi per il
patrocinio a spese dello Stato da lasciar intendere che ormai la giustizia è
solo per i ricchi. Anziché demonizzare una componente essenziale come
l'Avvocatura – ha continuato Perifano - è giunta l'ora di sceglierla come
interlocutrice privilegiata, uscendo dal grigiore delle stanze di via Arenula
per confrontarsi direttamente sul territorio, dove il disagio e le difficoltà
dei cittadini si stanno pericolosamente saldando con la rabbia e il senso di impotenza
che si diffonde a macchia d'olio tra gli avvocati. Gli avvocati sono pronti a
contribuire alla soluzione dei problemi, ma hanno diritto ad una interlocuzione
effettiva e non solo di facciata. Il Ministro , però, faccia la sua parte. Ad
esempio pubblicando subito il DM per la modifica dei parametri. E ci faccia
conoscere al più presto le sue idee sui 15 regolamenti ministeriali che la
riforma forense gli affida. Ad oggi, non è riuscito a vararne nemmeno uno”.
Luigi Berliri (da
Mondoprofessionisti del 27.1.2014)