di Anna Costagliola
Le
Presidenze di Senato e Camera hanno assegnato la bozza di decreto del Ministro
della Giustizia recante i nuovi parametri per la determinazione del compenso
dell’avvocato, in attuazione della legge forense, alle rispettive commissioni
Giustizia per il prescritto parere.
Lo
schema di decreto, che tiene conto sostanzialmente dell’impianto proposto
dall’Avvocatura, appare condivisibile, pur richiedendo talune modifiche
migliorative per promuovere ancor maggiore chiarezza e trasparenza per
operatori e cittadini.
L’Organismo
Unitario dell’Avvocatura (OUA) ha rivolto un appello ai due presidenti delle
Commissioni Giustizia di Senato e Camera per una rapida trattazione del decreto
governativo per i parametri dei compensi forensi. Il provvedimento è in
calendario in Commissione al Senato per i prossimi giorni e per questa ragione
il presidente dell’OUA, Nicola Marino, ha inteso sollecitare la relativa
trattazione ricordando come molti avvocati versino in una difficile situazione
economica a causa della crisi, dei mancati pagamenti, nonché degli aumenti dei
costi della giustizia.
I
compensi vigenti, ritiene il presidente OUA, sono irrisori, per cui servono
nuovi parametri che, seppur con alcune criticità e contraddizioni, possano dare
una risposta alle difficoltà dell’Avvocatura.
L’iter
di approvazione del D.M. è iniziato quasi un anno fa, quando cioè, nel febbraio
scorso, il Consiglio Nazionale Forense (CNF) ha messo a punto la bozza di
regolamento da proporre a Via Arenula, in attuazione della riforma forense
(art. 13, co. 6, L.
247/2012). Ormai in dirittura di arrivo, pur se, come sostiene la stessa
Avvocatura, non rappresenta la soluzione ideale, tuttavia l’atteso decreto
contribuisce a mitigare notevolmente il danno derivato agli esercenti della
professione forense, oltre che dalla situazione di stallo normativo che si è
determinata all’indomani dell’abrogazione delle previgenti tariffe, dalla grave
situazione economica in cui versa il Paese.
(Da diritto.it del
24.1.2014)