mercoledì 16 febbraio 2011

Mediaconciliazione, gli avvocati di Napoli pronti alla protesta


di Luigi Berliri

“È passata la volontà del ministro Alfano sul rinvio parziale. Rimangono inascoltate le istanze dell’Avvocatura. Nessuna attenzione al voto responsabile e bipartisan dei senatori dei giorni scorsi, vincono gli interessi dei poteri forti. Sarà dura la protesta degli avvocati ormai delusi dal Ministro della Giustizia. L’obbligatorietà della media-conciliazione è incostituzionale ed impedisce il libero accesso alla giustizia”. Il presidente dell’organismo di rappresentanza politica dell’avvocatura, Oua, Maurizio de Tilla, critica duramente la scelta del Ministro Alfano di inserire nel maxi emendamento, presentato al Senato al Milleproroghe, il parziale e insufficiente slittamento dell’obbligatorietà della mediaconciliazione per sole due materie: condomini e sinistri stradali. Per l’Oua l’approvazione del provvedimento aprirà un conflitto con oltre 230 mila avvocati e non mancheranno le proteste, a partire dall’astensione dalle udienze.  «Lo slittamento ad un anno per tutte le materie – dichiara il Presidente dell’OUA – avrebbe consentito una più ragionevole sistemazione della materia modificando il decreto legislativo nei punti più volte segnalati dall’Avvocatura. La mediaconciliazione obbligatoria non esiste in Europa e non funzionerà. Oltre 230mila avvocati protesteranno con decisione – continua - fino alla proclamazione dell’astensione dalle udienze ed in queste ore sono tante le delibere approvate dai consigli degli ordini forensi di tutta Italia. Invano ho inviato una lettera al Presidente del Consiglio per rappresentare la grande delusione della categoria per l’arrogante presa di posizione del Ministro Alfano.  La mediaconciliazione obbligatoria – conclude de Tilla - così come definita, risponde esclusivamente alle esigenze di interessi particolari e alle pressioni dei poteri forti, non è in linea con le direttive europee ed è sotto molti profili incostituzionale. Rimangono inascoltate le osservazioni degli avvocati, nessuna attenzione al voto responsabile e bipartisan dei senatori dei giorni scorsi, ma non è ancora detta l’ultima parola, le proteste e le iniziative continueranno. L’Avvocatura manifesta il totale dissenso per le iniziative del Ministro che, invece che intervenire sulla riforma della macchina giudiziaria, ha rivolto la propria attenzione alla rottamazione della giustizia civile e, con essa, a sopprimere i diritti dei cittadini ad avere giustizia». Rammarico per il rinvio dell’entrata in vigore dell’obbligatorietà della mediazione per alcune materie  dei commercialisti.  “È comunque in considerazioni delle enormi resistenze messe in campo, si tratta – afferma il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Claudio Siciliotti – di un successo di cui va reso pieno merito al Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che dopo aver voluto una riforma che può finalmente cambiare il volto alla giustizia civile del nostro Paese, ha saputo fronteggiare con coraggio le tante pressioni provenienti da parte di chi, con logica corporativa, voleva snaturarne il senso, limitarne la portata o addirittura cancellarla. Il rinvio di un anno dell’entrata in vigore della conciliazione in due materie rilevanti quali controversie condominiali e incidenti stradali – sostiene Siciliotti  - rende parziale l’avvio della mediazione civile, previsto per il 20 marzo. Una scelta di cui ci rammarichiamo, figlia delle tante spinte conservatrici di chi si arrocca in difesa dell’esistente. Eppure – prosegue il presidente dei commercialisti – questo dato non oscura affatto la portata di una riforma che non esitiamo a definire “storica” per gli effetti di decongestionamento della giustizia civile che potrà produrre nel tempo e il cui avvio è comunque in gran parte confermato per marzo, a dispetto di quanti avrebbero voluto rinviarlo tout court di un anno. Un risultato complessivamente positivo al quale si è arrivati anche grazie alla mobilitazione unitaria dei commercialisti, di alcune altre professioni, del mondo delle imprese e delle Camere di commercio.  Conciliazione e mediazione civile – prosegue Siciliotti -  ridurranno il numero di cause civili pendenti presso i nostri tribunali e comporteranno una drastica riduzione dei tempi della giustizia e dei suoi costi per i cittadini. Una riforma che avrà successo se sarà accompagnata da una rivoluzione culturale nell’approccio a questi temi. Uno sforzo per il quale i commercialisti sono impegnati ormai da anni: arriviamo all’appuntamento del 20 marzo con quasi 5000 commercialisti formati nella materia, con un organismo nazionale di conciliazione e con la volontà di dar vita in ciascuno dei 143 ordini locali di categoria ad un organismo territoriale, anche in collaborazione con altri professionisti e altri enti”.

(Da Mondoprofessionisti del 16.2.2011)