Il Pd presenta un odg per il rinvio dell’entrata in vigore dell’istituto all’anno prossimo
Oua, Cnf e Anf nel mirino delle associazioni pro mediaconciliazione
di Luigi Berliri
È ancora guerra aperta sul rinvio dell'entrata in vigore della conciliazione obbligatoria.
E anche se il Governo ha posto la fiducia sul testo della commissione e quindi con il rinvio delI'obbligo della mediaconciliazione solo per condominio e auto, si seguita lottare.
I senatori del PD, guidati da Silvia Della Monica, non ci stanno ad essere scavalcati, assieme ai loro colleghi del centrodestra, dalla pretesa del Ministro e si attrezzano: presentano un altro emendamento che, grazie alle tecniche di voto parlamentari, potrebbe vanificare la contromossa di Alfano. Presentato anche un Ordine del Giorno molto articolato, che spiega i motivi per i quali il rinvio è necessario.
E intanto non si abbassano i toni degli attacchi delle associazioni pro mediaconciliazione contro gli organismi forensi, rei, secondo questi signori, di voler difendere “le proprie riserve di caccia”.
"La obbligatorietà della mediaconciliazione violala Costituzione , tanto più perché collegata alla mancata previsione di necessità dell'assistenza dell'avvocato". Lo dice il presidente dell'organismo di rappresentanza politica dell'avvocatura, Oua, Maurizio de Tilla.
"Anzitutto va chiarito che il legislatore delegante, in conformità alla prescrizione impartita dalla Direttiva Europea, aveva stabilito che dovesse essere introdotto un meccanismo di conciliazione, ma non ne aveva affatto previsto la obbligatorietà, né aveva consentito che essa potesse essere considerata condizione di' procedibilità della domanda giudiziaria. Con l'art. 5 del d.lgs. 28/10 il Governo, invece, ha introdotto entrambi, obbligatorietà e improcedibilità, incorrendo nel vizio di eccesso di delega, arrogandosi così un potere che non gli era stato conferito è gravissimo", conclude.
Forte la reazione del presidente di APM (Avvocati per la mediazione) all'ennesimo attacco di De Tilla alla riforma riguardante la mediaconciliazione. Gli ha fatto eco, su Mp, Ester Perifano , segretario generale dell’ Anf. “Mediaconciliazione: senza rinvio, disastro annunciato per i cittadini” (su AGA News di ieri). ''L'incostituzionalità non può certo riscontrarsi in una modalità deflativa cui da anni ci invitala Comunità europea - afferma Lorenza Morello presidente Apm- quanto certamente piuttosto nella richiesta di OUA e CNF a volersi far riconoscere -senza fondate basi- una riserva di caccia per continuare a riservarsi le prede più golose della tenuta (non a caso si millanta l'incostituzionalità di rc auto e condominio: questi due settori insieme coprono il 70% del contenzioso annuo). A De Tilla - conclude Morello - abbiamo già risposto con un intervento ad opponendum al suo ricorso contro il Ministero della giustizia, e il 9 marzo vedremo chi ha ragione, ma siamo fiduciosi, visto che il ricorso precedente dell'OUA fu già cassato tempo fa''.
A chi serve mettere in cattiva luce questa grande riforma? Si chiede Giuseppe Pecoraro, presidente dell’Anpar. "A pochi soggetti - conferma Pecoraro - che non hanno nessun interesse ad assumersi responsabilità per i propri iscritti, li hanno danneggiati e li stanno danneggiando. Sono ben oltre centomila gli avvocati fuori dalla mediazione, chi li risarcisce della "cattiva informazione e della mancata possibilità di essere designati a risolvere controversie già a partire dal 20 marzo 2010"? La mediazione è già realtà quotidiana, pur essendo giovane è un segnale forte nei confronti di chi ha deluso e ferito l’orgoglio di essere oltre che professionista anche mediatore professionale.
È un atto di accusa che rappresenta una novità,- quello lanciato da Pecoraro - perché indirizzato unicamente a quei soggetti, che dicono cose diverse da quello che è la realtà dei fatti. Ma ciò che colpisce di più è il fatto che al centro dell’attenzione, da parte di “una lobby” professionale, sono posti interessi personalistici e non la volontà dei cittadini o degli stessi iscritti. La mediazione non si ferma, anzi è in forte espansione a prescindere dai cattivi consigli e dall’entrata o meno dell’obbligatorietà. Non c'è nessun tipo di incompatibilità a qualificarsi avvocato - conciliatore professionale - avverte Pecoraro - anzi rincara la dose e chiede un'indagine per accertare se, ci sono consiglieri degli ordini professionali degli avvocati, che hanno assunto incarichi di amministratori in società pubbliche e private.
Questi sì, che sono in netto contrasto di incompatibilità, con quanto previsto all'articolo 10 del regolamento forense. Per quanto ci riguarda continueremo a rappresentare coloro che si sono iscritti al nostro organismo. Per questo chiedo la collaborazione di tutti - in particolare degli avvocati iscritti ai rispettivi ordini professionali - per vincere sui soprusi e sulla intransigenza di certi personaggi - ed invito tutti i conciliatori professionali, anche non iscritti, ad inviare denunce degli improvvisi ed incomprensibili avvertimenti di “radiazione” dall’ordine, che pervengono in materia di pubblicità di contrasto all'esercizio della nuova attività professionale di conciliatore.
E anche se il Governo ha posto la fiducia sul testo della commissione e quindi con il rinvio delI'obbligo della mediaconciliazione solo per condominio e auto, si seguita lottare.
I senatori del PD, guidati da Silvia Della Monica, non ci stanno ad essere scavalcati, assieme ai loro colleghi del centrodestra, dalla pretesa del Ministro e si attrezzano: presentano un altro emendamento che, grazie alle tecniche di voto parlamentari, potrebbe vanificare la contromossa di Alfano. Presentato anche un Ordine del Giorno molto articolato, che spiega i motivi per i quali il rinvio è necessario.
E intanto non si abbassano i toni degli attacchi delle associazioni pro mediaconciliazione contro gli organismi forensi, rei, secondo questi signori, di voler difendere “le proprie riserve di caccia”.
"La obbligatorietà della mediaconciliazione viola
"Anzitutto va chiarito che il legislatore delegante, in conformità alla prescrizione impartita dalla Direttiva Europea, aveva stabilito che dovesse essere introdotto un meccanismo di conciliazione, ma non ne aveva affatto previsto la obbligatorietà, né aveva consentito che essa potesse essere considerata condizione di' procedibilità della domanda giudiziaria. Con l'art. 5 del d.lgs. 28/10 il Governo, invece, ha introdotto entrambi, obbligatorietà e improcedibilità, incorrendo nel vizio di eccesso di delega, arrogandosi così un potere che non gli era stato conferito è gravissimo", conclude.
Forte la reazione del presidente di APM (Avvocati per la mediazione) all'ennesimo attacco di De Tilla alla riforma riguardante la mediaconciliazione. Gli ha fatto eco, su Mp, Ester Perifano , segretario generale dell’ Anf. “Mediaconciliazione: senza rinvio, disastro annunciato per i cittadini” (su AGA News di ieri). ''L'incostituzionalità non può certo riscontrarsi in una modalità deflativa cui da anni ci invita
A chi serve mettere in cattiva luce questa grande riforma? Si chiede Giuseppe Pecoraro, presidente dell’Anpar. "A pochi soggetti - conferma Pecoraro - che non hanno nessun interesse ad assumersi responsabilità per i propri iscritti, li hanno danneggiati e li stanno danneggiando. Sono ben oltre centomila gli avvocati fuori dalla mediazione, chi li risarcisce della "cattiva informazione e della mancata possibilità di essere designati a risolvere controversie già a partire dal 20 marzo 2010"? La mediazione è già realtà quotidiana, pur essendo giovane è un segnale forte nei confronti di chi ha deluso e ferito l’orgoglio di essere oltre che professionista anche mediatore professionale.
È un atto di accusa che rappresenta una novità,- quello lanciato da Pecoraro - perché indirizzato unicamente a quei soggetti, che dicono cose diverse da quello che è la realtà dei fatti. Ma ciò che colpisce di più è il fatto che al centro dell’attenzione, da parte di “una lobby” professionale, sono posti interessi personalistici e non la volontà dei cittadini o degli stessi iscritti. La mediazione non si ferma, anzi è in forte espansione a prescindere dai cattivi consigli e dall’entrata o meno dell’obbligatorietà. Non c'è nessun tipo di incompatibilità a qualificarsi avvocato - conciliatore professionale - avverte Pecoraro - anzi rincara la dose e chiede un'indagine per accertare se, ci sono consiglieri degli ordini professionali degli avvocati, che hanno assunto incarichi di amministratori in società pubbliche e private.
Questi sì, che sono in netto contrasto di incompatibilità, con quanto previsto all'articolo 10 del regolamento forense. Per quanto ci riguarda continueremo a rappresentare coloro che si sono iscritti al nostro organismo. Per questo chiedo la collaborazione di tutti - in particolare degli avvocati iscritti ai rispettivi ordini professionali - per vincere sui soprusi e sulla intransigenza di certi personaggi - ed invito tutti i conciliatori professionali, anche non iscritti, ad inviare denunce degli improvvisi ed incomprensibili avvertimenti di “radiazione” dall’ordine, che pervengono in materia di pubblicità di contrasto all'esercizio della nuova attività professionale di conciliatore.
(Da Mondoprofessionisti del 15.2.2011)