L’organismo di rappresentanza politica dell’avvocatura, Oua, ha inviato al vice Presidente del CSM, Michele Vietti, una proposta di revisione della geografia giudiziaria. Il presidente dell’Oua, Maurizio de Tilla, dà così seguito all’incontro avuto con la massima istituzione della magistratura qualche settimana fa. «La geografia giudiziaria ha bisogno di interventi per far meglio funzionare la nostra malandata giustizia italiana – spiega il presidente dell’Organismo Unitario – un primo punto di partenza può essere l’importante proposta illustrata dal Presidente della Corte di Appello di Torino, Mario Barbuto, nel corso dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario, unita a quella avanzata dall’Oua nei mesi scorsi su questo tema. Il presidente Barbuto ha rilevato che, in base alle “Tabelle” che tutti gli uffici elaborano ogni tre anni, i tribunali sono collegati in gruppi geograficamente omogenei e che in sede di loro elaborazione si può individuare, in alternativa alla supplenza e alla assegnazione congiunta, nella co-assegnazione infradistrettuale la chiave di soluzione dell’annoso problema dei tribunali minori. Da queste considerazioni l’ipotesi operativa: ciascun ufficio oggi esistente conserverebbe la sua struttura, pianta organica, risorse umane e materiali, sede. Un certo numero di giudici (la metà) rimarrebbe assegnato alla sede naturale in assegnazione esclusiva e la restante metà, senza per questo diminuire l’organico della sede di appartenenza, verrebbe co-assegnata alle sedi geograficamente vicine, aumentando così l’organico di quest’ultime. Ciò consentirebbe di raggiungere, pur richiedendo un sacrificio per i magistrati co-assegnati, il numero ottimale di giudici per ufficio giudiziario, evitare situazioni di incompatibilità, favorire la specializzazione. Quindi no alla mera applicazione di dati numerici, asetticamente estrapolati dalle realtà locali – continua de Tilla - sì alla ricerca di soluzioni che mantengano il più possibile inalterata l’attuale dislocazione degli Uffici di primo grado. In questa direzione si sviluppa l’elaborazione dell’Oua, formulata dall’avv. Roberto Pozzobon, che ha redatto una relazione articolata in tre parti (di seguito la scheda di sintesi). Ogni indagine sul punto – conclude il presidente Oua - deve avvenire con la collaborazione dell‘avvocatura territoriale, unica in grado di fornire indicazioni certe sulle realtà locali. Partendo dal dato che secondo le medie ritenute accettabili dall'Europa, quelli che attualmente sono impropriamente definiti piccoli tribunali, solo quelli nei quali il cittadino trova attenzione ai suoi problemi e una discreta celerità nella loro soluzione. Una nuova Geografia Giudiziaria può trovare attuazione, non tanto con la generalizzata soppressione di Tribunali non capoluogo di provincia o che non rispettano un numero minimo di Magistrati, ma piuttosto con una equa ridistribuzione del territorio tra gli esistenti Uffici di Primo Grado, anche nello spirito della legge istitutiva dei Tribunali Metropolitani. Ciò consentirebbe anche di mantenere quel presidio di legalità che oggi è presente in tutti i Tribunali Italiani e che costituisce un patrimonio non disperdibile».
(Da Mondoprofessionisti del 22.2.2011)