Mentre i dottori commercialisti ed esperti contabili esultano per la "sostanziale tenuta di una riforma giudicata storica", gli avvocati vanno all'attacco e denunciano un fronte comune contro la classe forense a difesa della mediaconciliazione. “La legge Bersani va tolta per tutti non solo per gli avvocati. Le professioni sono chiare, pulite, occorre colloquiare con loro per agire in comune”. Sono queste le parole di commento del Presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, Maurizio de Tilla, a ciò che è accaduto ieri a Milano. L’Ordine degli Avvocati di Milano e l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano hanno firmato una convenzione per un servizio congiunto di mediazione, in attuazione del D. Lgs. 28/2010. De Tilla, da Napoli, ha risposto alla notizia ribadendo che i poteri forti vogliono utilizzare la media conciliazione per gestire autonomamente quello che è di loro competenza non per far crescere le professioni. “Noi avvocati non siamo contrari alla riforma ma al fatto che il Governo non si impegni in primis a far funzionare la giustizia e non supporti finanziariamente la riforma stessa”. Riforma si, dunque, ma con il sostegno da parte dello Stato. “Il media conciliatore è un mestiere delicato e complicato, una parte elitaria della nostra professione. C’è bisogno di tempo per una formazione più specifica e per avere un servizio di qualità”. Occorre, dunque, dare al cittadino la possibilità di rivolgersi al professionista ma non si può rendere questo obbligatorio. L’obbligatorietà della media conciliazione è incostituzionale, è viziata da eccesso di delega e limita ai cittadini l’accesso alla giustizia civile. È questo il motivo per cui l’Oua continuerà a protestare in tutti i modi contro di essa. Il Consiglio nazionale forense, da parte sua, aveva spinto con il guardasigilli, Angelino Alfano, per un rinvio totale della normativa al 2012, ha escluso che l'entrata in vigore a rate della conciliazione obbligatoria «sia allo stato attuale praticabile, in quanto i problemi segnalati permarrebbero comunque per i settori in cui la mediazione fosse attivata». Critica anche la posizione dei giovani avvocati dell'Aiga e dell'Associazione nazionale forense.
(Da Mondoprofessionisti del 17.2.2011)