L'esperimento della procedura monitoria è obbligatorio
per chiedere la liquidazione del compenso al giudice
Il difensore d'ufficio che non è riuscito a ottenere gli onorari dal proprio cliente ha diritto di chiedere al giudice anche il rimborso dei compensi spettanti per la fase esecutiva non andata a buon fine.
Lo ha affermato la sesta sezione civile della Cassazione con l'ordinanza 15394/12 che ha accolto il ricorso di un avvocato nominato difensore d'ufficio nel processo penale a carico di un cittadino extracomunitario.
Il professionista, dopo aver inutilmente esperito la procedura esecutiva nei confronti del proprio assistito, si è rivolto al giudice per chiedere la liquidazione delle spese e delle competenze maggiorate delle competenze per la fase esecutiva.
Il tribunale ha accolto parzialmente il ricorso riconoscendo al legale il solo onorario difensivo con esclusione di spese e competenze concernenti il tentativo di recupero.
Di qui il ricorso in Cassazione dove i giudici di legittimità hanno ribaltato il verdetto. In particolare la Suprema corte ha stabilito che il difensore d'ufficio che abbia inutilmente esperito la procedura esecutiva volta alla riscossione dell'onorario, ha diritto al rimborso dei compensi a essa relativi in sede di liquidazione degli stessi da parte del giudice, in quanto l'esperimento della procedura monitoria costituisce un passaggio obbligato per chiedere la liquidazione del compenso, sicché i relativi costi, comprensivi di spese, diritti e onorari, non possono restare a carico del professionista ma devono rientrare tra quelli rimborsabili dall'erario.
Francesca De Rossi (da cassazione.it)