«Non si comprende sulla base di quali notizie recenti
il sindaco di Acireale possa prospettare l'accorpamento del tribunale di Giarre
a quello acese»: così esordisce il presidente dell'Associazione giarrese
avvocati Giuseppe Fiumanò in merito a recenti dichiarazioni a mezzo stampa di
Garozzo.
«Da indiscrezioni carpite ad autorevoli componenti
della commissione Giustizia della Camera apprendiamo che, ad oggi, - continua
Fiumanò - si prospettano due soluzioni: l'una, più estrema, di soppressione di
tutte le sezioni distaccate dei tribunali, l'altra che ipotizza la permanenza a
Catania di alcune sezioni, tra le quali Giarre».
Il presidente dell' Aga insiste sui requisiti
oggettivi a favore del'ufficio giudiziario giarrese: la distanza dal capoluogo
di tutto il territorio (che giunge fino alle porte di Randazzo) e l'esistenza
di un edificio moderno e funzionale. Infatti, la maestosità del palazzo di
Giustizia di corso Europa-via Trieste è un punto di forza per la permanenza del
tribunale a Giarre, peraltro individuato dal presidente del tribunale di
Catania Bruno Di Marco come sede distaccata dell'organismo di conciliazione
dell'Ordine avvocati assieme a Paternò e Mascalucia.
Sull'argomento è chiara la presa di posizione del
sindaco di Giarre Teresa Sodano, che ha consegnato al vicepresidente del Csm
copia della relazione trasmessa al Ministero della Giustizia con i dati dell'
attività operativa del tribunale di Giarre e una corposa documentazione
fotografica che comprova le caratteristiche strutturali di un palazzo di
Giustizia moderno ed efficiente: «Quest'opera - precisa - è stata fortemente
voluta, nel '93, dal Ministero di Giustizia, che contrasse con la Cassa depositi e prestiti un
mutuo di circa 4 milioni. A questa somma si aggiungono ulteriori 200 mila euro
stanziati dal Comune, nonché gli interventi accessori eseguiti con l'obiettivo
precipuo di consegnare al territorio un tribunale rispondente a tutti i canoni,
evitando di trasformarsi nell' ennesima incompiuta. Oggi con una struttura
capiente ed efficiente come il nostro palazzo di giustizia - conclude il primo
cittadino- sarebbe deprecabile una chiusura comportando con il trasferimento
altrove di tutte le competenze (personale, uffici e pratiche) la ricerca di
nuovi locali e quindi costi aggiuntivi, come accadrebbe nel caso si dovesse
adeguare l'ex convento dei Cappuccini di Acireale».
Mario
Vitale (da La Sicilia
del 17.5.2012)