Giudici, politici e Avvocati hanno espresso il
dissenso contro la responsabilità civile dei giudici così come previsto nel
cosiddetto emendamento Pini attualmente all'esame della Camera.
È il tema al
centro del convegno promosso dalla Anm che si è svolto ieri pomeriggio a Roma.
Al convegno hanno partecipato, tra gli altri il vice presidente del Csm,
Michele Vietti (in visita al tribunale di Giarre nei giorni scorsi, NdAGANews), il presidente della Cassazione, Ernesto Lupo, il presidente
della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, il Presidente del Consiglio di Stato,
Giancarlo Coraggio. Presente anche Anna Finocchiaro del Pd e Giampiero D'Alia
dell'Udc, oltre a esponenti del mondo dell'avvocatura.
"Con la
responsabilità civile dei giudici - ha detto Michele Vietti - sono in gioco gli
interessi del cittadino ad avere un giudice sereno e non condizionato".
Contrario alla responsabilità civile dei giudici anche il primo Presidente
della Corte di Cassazione, Lupo, che si è detto sicuro che "una norma del
genere se approvata dalla Camera avrebbe una serie di effetti disastrosi tali
da bloccare il meccanismo della giustizia".
Per il presidente del
Consiglio di Stato, Giancarlo Coraggio, questa riforma colpirebbe "non
tanto il giudice penale quanto il giudice amministrativo".
Il presidente della Corte dei Conti, Luigi
Giampaolino, ha invece proposto di spostare il sistema di rivalsa dello Stato
sui magistrati al regime ordinario e in questo modo "una volta che è stata
stabilita la responsabilità dello Stato si potrebbe prevedere l'obbligo di
comunicazione alla Procura generale della Corte dei Conti che azionerà il
giudizio di responsabilità".
Contrari alla responsabilità civile dei
giudici anche i rappresentanti dell'avvocatura come Maurizio De Tilla,
presidente dell'Oua, che ha parlato di "una norma punitiva basata su una
interpretazione abnorme di rivalsa nei confronti dei giudici" e infine per
Paolo Berruti, del Consiglio nazionale forense la norma sulla responsabilità
delle toghe potrebbe "determinare la corsa ad aggredire il magistrato che
invece deve rimanere sereno".
(Da
Mondoprofessionisti del 17.5.2012)