Allarme del Cnf: “Occorre avviare un circolo virtuoso
per contribuire alla ripresa economia del Paese”
La legge sulla compensazione tra debiti e crediti
della Pa verso le imprese è già in vigore dal 2010. Ma manca ancora il decreto
ministeriale per dare attuazione alla norma.
Per questo è importante che il ministro dell’economia provveda al più
presto all’adozione del regolamento, per dare fiato alle imprese e ai
professionisti. Anche in vista dell’efficacia dei due decreti per la
certificazione dei debiti della pa, annunciati oggi dal ministro dello sviluppo
economico Corrado Passera.
È quello che chiede il Consiglio nazionale forense in
una lettera inviata oggi al ministro dell’Economia e delle finanze, Mario Monti.“
Si tratterebbe non solo di un atto dovuto, ma si sarà contribuito ad attivare
un circolo virtuoso che potrà contribuire alla ripresa economica generale del
Paese”, dice la lettera. Per il Cnf, infatti, i ritardi nei pagamenti da parte
della pa (i debiti sono stimati in circa 60 miliardi) e la pressione fiscale,
giudicata eccessiva perfino dalla Corte dei Conti nei giorni scorsi,
costituiscono per il mondo delle imprese e, di riflesso, per quello delle
professioni-compresa l’avvocatura- una “combinazione deleteria” in grado di
mortificare qualsiasi prospettiva di ripresa economica del Paese.
La legge alla quale fa riferimento il Cnf è
l’articolo 28 quater del Dpr 29 settembre 1973 n. 602, come modificato dal
decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010, che prevede per le imprese la
possibilità di compensazione, previa certificazione, dei crediti vantati verso
regioni, enti locali e enti del servizio sanitario nazionale, con le somme
dovute a seguito di iscrizione a ruolo.
“Oggi il ministro dello Sviluppo economico, Corrado
Passera, ha annunciato l’adozione di due decreti per la certificazione dei
debiti della pa in modo che siano cedibili pro solvendo dalle imprese alle
banche. Tuttavia, se non si provvede ad emanare il regolamento per l’attuazione
della compensazione previsto dal Dpr 602, il meccanismo della cessione pro
solvendo appena varato dal decreto fiscale (n. 16/2012, ndr) sarà inattuabile”,
avverte Antonio Damascelli, coordinatore della commissione per le problematiche
tributarie del Cnf.
“Per poter certificare il credito, infatti, l’impresa
non dovrà avere sofferenze con Equitalia. Circostanza improbabile se quella
stessa impresa è impossibilitata a soddisfare i crediti che vanta verso la pa.
Insomma, si rischia il flop anche di questo nuovo istituto, pensato per
garantire un po’ di liquidità alle imprese”.
(Da
Mondoprofessionisti del 10.5.2012)