Queste le misure sulle quali si cerca
la condivisione con il Guardasigilli
Previsione
e potenziamento di misure alternative al processo e anche alla mediazione
obbligatoria, con funzione deflattiva, che veda il coinvolgimento degli
avvocati. Motivazione sintetica a richiesta delle parti e misure di
semplificazione delle procedure per ridurre tempi e costi; e competenza degli
avvocati in alcune procedure di volontaria giurisdizione. Per il Consiglio
Nazionale Forense la strada imboccata dal Ministro della Giustizia Andrea
Orlando per rilanciare l’efficienza della giustizia civile e dare maggiori
garanzie di tutela dei diritti a cittadini e imprese è quella giusta. Nel metodo innanzitutto, visto che dopo anni
di incomunicabilità alimentata da interventi estemporanei, ora si è avviato un
tavolo con la partecipazione di tutti i protagonisti del processo; ma anche nel
merito di tante delle soluzioni emerse nello scambio fruttuoso di esperienze e
proposte intorno al tavolo per la riforma del codice di procedura civile della
scorsa settimana al quale partecipano il presidente Guido Alpa e il consigliere
segretario Andrea Mascherin, con
l’Associazione nazionale magistrati, l’Oua e le Camere civili. Fermo il
potere/responsabilità del Ministro della Giustizia di decisione finale. E la necessità, comunque, di un intervento
organico e di investimenti in materia di giustizia civile. Il plenum ha
approvato nella seduta amministrativa di venerdì un ampio documento che,
proprio a seguito di quel dialogo, fissa alcuni punti in vista dei prossimi
provvedimenti legislativi (d’urgenza e anche di più ampio respiro) e che è
stato inviato oggi al Ministro Orlando. In occasione dell’incontro della scorsa
settimana, nel corso del quale il CNF ha ribadito la necessità di interventi
organici, sono state ampie le convergenze tra CNF e ANM sulle misure
“deflattive” al processo proposte dal Consiglio in una prospettive nuova, che è
quella di aumentare il ventaglio delle possibilità a disposizione delle parti
per soddisfare i propri diritti in fase pre-giudiziale, piuttosto che creare
ostacoli di natura economica, e non solo, all’accesso al giudice. Misure che
inoltre promuovono il ruolo “sociale”, di supporto alla giurisdizione in una
veste autonoma, dell’Avvocatura.
Istituti alternativi alla giurisdizione. Si tratta di previsioni nuove,
che coinvolgono direttamente gli avvocati e sono alternative anche alla
mediazione obbligatoria. Innanzitutto, il passaggio, a richiesta delle parti,
dal giudice ordinario a una Camera arbitrale istituita presso gli Ordini
forensi, di una causa, per favornire la conclusione con tempi celeri e costi
favorevoli. La misura cosiddetta della
translatio iudici dovrebbe contare sulla previsione di incentivi fiscali (come
l’esenzione dall’imposta di registro o aliquote agevolate). Ancora, la
negoziazione assistita dagli avvocati, alternativa alla mediazione
obbligatoria, con il potere dell’avvocato di autenticare le firme delle parti e
di attestarne la volontà: potere che produrrebbe semplificazione e meno costi a
carico di quest’ultime. Di rilievo,
nell’ambito dell’istituto, l’assegnazione agli avvocati delle materie relative
ai procedimenti di separazione personale e divorzio ove non vi siano figli
minori. L’accordo officiato dall’avvocato dovrà poi essere omologato dal
giudice, acquisendo così efficacia di titolo esecutivo e per la trascrizione.
Infine, procedimento preliminare al
contenzioso civile, una forma facoltativa di arbitrato agli atti, sempre svolto
dalle camere arbitrali degli avvocati, anch’esso alternativo alla mediazione
obbligatoria.
Nella
direzione di un riconoscimento del potere certificativo dell’avvocato va la
proposta emersa al tavolo, di assegnare allo stesso il potere di emettere una
ingiunzione di pagamento, opponibile in sede giudiziale.
Il
CNF coltiva, inoltre, la proposta di riconoscere al difensore il potere di
autenticare le copie di tutti gli atti del processo. Quanto alla fase esecutiva
del processo, il CNF chiede di favorire l’accesso del difensore alle diverse
banche dati, previa autorizzazione del giudice, per valutare se esperire una
procedura esecutiva.
Nel
corso dell’incontro, ancora, il CNF ha espresso la piena condivisione e
l’impegno a incentivare la diffusione del processo telematico anche in ambiti e
per atti per i quali non è prevista la obbligatorietà. Alpa e Mascherin hanno
ancora una volta ribadito la contrarietà alla c.d. motivazione su richiesta, in
quanto in contrasto con la
Costituzione, potendosi piuttosto valorizzare l’istituto
della motivazione sintetica, quando richiesta al giudice da tutte le parti
costituite in causa. Ribadita la contrarietà anche alla responsabilità solidale
dell’avvocato per lite temeraria, anch’essa in contrasto con la Costituzione, poiché
contraria ai principi del diritto di difesa, oltre che superflua visto che vi è
già un presidio deontologico in caso di comportamento scorretto del difensore.
Il passaggio, ad opera del giudice, del rito da ordinario a sommario, dovrebbe
comunque essere preceduto dal contraddittorio sul punto tra le parti, anche se
deve segnalarsi lo scarso utilizzo che di quest’ultimo si è finora fatto nel
processo. Quanto ai giudici di pace, il CNF ritiene imprescindibile procedere
in via preliminare alla riforma della magistratura onoraria che, nel garantirne
qualificazione e professionalità, definisca al contempo l’ambito della sua
competenza. Mentre nutre forti
perplessità circa la previsione dell’accertamento tecnico preventivo
obbligatorio per le controversie in materia di risarcimento del danno derivante
dalla circolazione stradale ovvero da responsabilità medica o sanitaria. Tale
soluzione non avrebbe alcun effetto deflattivo del contenzioso e piuttosto
comporterebbe una inutile duplicazione di giudizi ed una dilatazione dei tempi
processuali oltre che dei costi. Altri
margini di deflazione del carico sulla magistratura, avrebbe piuttosto
l’assegnazione agli avvocati di funzioni rientranti nella volontaria giurisdizione,
in materie disponibili. In conclusione il CNF esprime apprezzamento per il
metodo di interlocuzione avviato dal Ministro riunendo insieme il CNF e l’ ANM
ed auspica che esso prosegua fattivamente, come assicurato dallo stesso
Ministro.
(Da Mondoprofessionisti
del 31.3.2014)