Sempre proficuo il dialogo con il
Guardasigilli:
ieri l'incontro sul processo civile,
stasera il tavolo sull'Avvocatura
''Condivisione
sul metodo'' tra avvocatura, magistratura e Guardasigilli, per trovare insieme
''soluzioni concordi per dare subito una prima risposta all'intollerabile
lentezza del processo civile'. Ma anche la necessità di ''superare il conflitto
tra un processo qualitativamente valido e il mantenimento al massimo delle
garanzie, con un'accettabile durata''. È stato questo il giudizio espresso dal
presidente dell'Unione nazionale Camere Civili, Renzo Menoni, ieri, a
conclusione del secondo giorno del Tavolo sul processo civile che ha visto, nel
confronto con il ministro della Giustizia Andrea Orlando, la partecipazione,
oltre all'Uncc (per cui era presente oltre al presidente Menoni, il segretario
Laura Jannotta), di Cnf, Oua e Anm. Per il momento non sono fissate altre date
per il Tavolo sul processo civile: ''Restiamo in attesa - spiega Menoni - che
da via Arenula arrivi un documento di sintesi sulle posizioni e sugli argomenti
sviscerati''. Un confronto che come il primo, spiega il leader dei civilisti, è
stato ''proficuo'' e aperto al dialogo. Orlando si è impegnato a dare subito
una risposta sulle proposte avanzate, e anche se ciò ''contrasta con la
necessità di trovare soluzioni organiche che avrebbero bisogno di tempi più
lunghi'', siamo ''soddisfatti della collaborazione e dell'attenzione mostrate
dal ministro'. Anche per il Consiglio
Nazionale Forense il dialogo relativo alle soluzioni per rendere efficiente il
processo civile, snodo essenziale per il rilancio del Paese, è proseguito
proficuamente. Diverse le soluzioni tecniche sulle quali si è manifestata
sintonia tra Cnf e Anm. In particolare
il Cnf ha ribadito l’importanza della introduzione di un sistema integrato di
misura alternative al processo in tribunale, come la negoziazione tra le parti
assistita dagli avvocati, la previsione di Camere arbitrali e altre forme innovative
di istituti alternativi alla giurisdizione che vedono impegnata l’Avvocatura.
Il ministro ha ribadito l’importanza del confronto che mette insieme i diversi
attori del processo e si è impegnato a fissare altri incontri nei prossimi
giorni per ulteriori e decisivi approfondimenti. Positivo anche il giudizio del
presidente dell’Oua, Nicola Marino. “Una novità – ha sottolineato Marino - che
rompe le vecchie barriere del passato, e che crediamo sia la base di una nuova
stagione di riforme condivise. Il confronto continuerà anche nelle prossime
settimane”. Marino, ha messo in evidenza
come con il ministro Orlando, “si sia riusciti a costruire un canale di
comunicazione proficuo nella forma e positivo, pur con delle differenze di
vedute, nella sostanza”. Nel merito, Nicola Marino ha ricordato, quindi, alcuni
dei nodi affrontati: «Abbiamo precisato ulteriormente il nostro no
all'obbligatorietà della procedura di conciliazione preliminare e all’ipotesi
di gratuità della prestazione del legale. Abbiamo confermato il nostro sì
all’arbitrato endoprocessuale sui giudizi pendenti e alla positiva
valorizzazione del ruolo dell'avvocato per ridurre il contenzioso. Inoltre – ha
aggiunto Marino - abbiamo ribadito che è ora di finirla con le scorciatoie
coattive, serve un impegno per avviare una rivoluzione culturale sul grado di
litigiosità nel nostro Paese, anche con incentivi e esenzioni fiscali. Forte
accordo anche con i magistrati sulle necessarie modifiche al ddl delega
Cancellieri. Motivazione a pagamento e responsabilità solidale del difensore
nelle cosiddette liti temerarie, per citare alcuni dei nodi irrisolti, sono
punti sui quali anche il ministro ha confermato la disponibilità a una seria
revisione. Infine, da approfondire e precisare l’aumento di competenze per i
giudici di pace: bisogna essere certi della capacità di tenuta degli uffici di
fronte a un maggiore carico di lavoro, ma, soprattutto, avere garanzie certe
della qualità e competenza dei giudici onorari. Crediamo, in tal senso, che sia
urgente avviare una riforma complessiva del settore, con il necessario
coinvolgimento dell’Oua. Il confronto prosegue – ha concluso il presidente dell’Oua – il nostro obiettivo è trovare soluzioni ai
gravi problemi della giustizia italiana, a partire dalla lunghezza eccessiva
dei processi e dall’enorme contenzioso, senza però sacrificare la tutela dei
cittadini e il diritto di difesa».
Luigi Berliri (da
Mondoprofessionisti del 27.3.2014)