Dopo mesi di amarezze e vessazioni, alle quali
reagiranno con l’ennesima astensione proclamata dall’Organismo Unitario
dell’Avvocatura per i giorni 20 e 21 marzo prossimi, gli avvocati –ma gli
operatori del diritto in generale- possono
tirare il proverbiale sospiro di sollievo, poiché il nuovo ministro
della Giustizia Andrea Orlando ha finalmente firmato il decreto che dispone il
mantenimento di 285 uffici del giudice di pace (su 297 che avevano fatto
apposita istanza lo scorso anno) rispetto al totale dei 667 soppressi con la
“famigerata” legge che ha riorganizzato la cosiddetta geografia giudiziaria.
Le sedi che restano in provincia di Catania sono,
oltre quella del capoluogo, Acireale, Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte, Mascalucia,
Militello, Paternò, Ramacca, Randazzo e la nostra Giarre.
Come si ricorderà, il 29 Aprile dello scorso anno
scadeva il termine per la presentazione della richiesta di mantenimento degli
Uffici del Giudice di Pace da parte dei Comuni, previsto dall’art. 3 co. 2
Decreto Legislativo n. 156/12, pubblicato il 28.2.2013 sul bollettino ufficiale
e sul sito Internet del Ministero della Giustizia.
Il direttore generale Luigi Birritteri, l’autore
materiale della “soppressione”, aveva precisato che le istanze presentate dai
Comuni al Ministero della Giustizia precedentemente alla suddetta data di
pubblicazione andavano considerate irricevibili e dovevano pertanto essere
riproposte.
La solerzia con cui, nell’autunno 2012, l’allora
sindaco di Giarre -anche per conto dei Comuni limitrofi appartenenti all’ex
mandamento- aveva inoltrato la relativa richiesta, grazie anche ai solleciti
dell’Associazione Giarrese Avvocati e ad una raccolta firme promossa dal
cancelliere Giovanni Zagaglia, era dunque servita a poco o nulla: come dire,
tutto da rifare, quasi per una sorta di capriccio burocratico da parte di
quello stesso Ministero che, se da un lato sembrava avallare una sorta di “superfluità”
dell’Ufficio del Giudice di Pace, disponendone la soppressione, dall’altro ne
riconosceva la necessità laddove indicava agli enti locali la possibilità di
mantenerlo, purchè se ne addossassero gli oneri.
Ancora una volta siamo di fronte ad un tipico
paradosso all’italiana: tagli su tagli a livello centrale, consequenziale
aggravio di spese a livello locale e, quel ch’è peggio, sulle tasche dei
cittadini!
Per evitare che allo “scippo” della sezione
distaccata del tribunale si aggiungesse la soppressione del Giudice di Pace,
sindaci e rappresentanti dei Comuni
dell’ex mandamento di Giarre (che include Riposto, Mascali, Fiumefreddo, Calatabiano,
Sant’Alfio e Milo) oltre a Piedimonte Etneo che ha chiesto di aggregarsi, diverse
volte si sono incontrati per confermare la loro volontà al mantenimento
dell’ufficio e verificare la quota di partecipazione a proprio carico, rispetto
agli oneri previsti dalla legge, ovverosia le spese di funzionamento e di
erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, nonché del fabbisogno
del personale amministrativo; infatti, restano a carico dell’amministrazione
della giustizia i compensi per i giudici onorari e le spese per la formazione
iniziale del personale amministrativo indicato dai Comuni.
L’ufficio di Giarre, dopo il pensionamento
dell’avv. Salvatore Fisichella che l’ha guidato con grande professionalità sin
dall’apertura, è attualmente coordinato dall’avv. Gaetano Gullotta e completato
dai giudici Massimo Lo Giudice e Agostino Crisafulli.
A breve termine l’attuale sede di via Veneto sarà
trasferita dall’amministrazione comunale nell’ex sede del tribunale, riconsegnata quanto meno in parte alla sua funzione
originaria.
MARIO VITALE (da liberajonianews del 13.3.2014)