La
riforma dell’ordinamento forense ed i suoi riflessi previdenziali hanno tenuto
banco nel convegno organizzato dal Comitato Pari Opportunità del Consiglio
dell’Ordine di Larino e dall’Aiga. Relatore d’eccezione l’avvocato Nunzio
Luciano, noto professionista di Campobasso, recentemente eletto, con oltre il
70% delle preferenze, presidente della Cassa Forense. In una affollata galleria
civica gli avvocati del Basso Molise – per l’occasione soprattutto donne e
giovani, le categorie più interessate dalla riforma – si sono ritrovati per
discutere della obbligatorietà, di recente introdotta, di iscrizione alla cassa
forense. Novità importante, ove si consideri che sino ad ora l’iscrizione era
obbligatoria solo per coloro che superassero un reddito minimo (circa 10mila
euro annue), mentre per gli altri si aprivano le porte della gestione separata
dell’Inps. La riforma non è di poco conto, visto che su 240mila professionisti
del foro, tanti ce ne sono oggi in Italia, oltre 53.000, per ragioni
reddituali, non sono iscritti all’istituto previdenziale forense. Costoro
dovranno a breve decidere se proseguire nella professione, sobbarcandosi, a
fronte di magrissimi guadagni, questo ulteriore onere, o ritirarsi. Per i volenterosi,
che decideranno di continuare ad esercitare tale attività è previsto un regime,
transitorio, di agevolazioni. Sicuramente il principale effetto di questo
intervento normativo sarà quello di contribuire, forse nel modo non migliore, a
sfoltire i numeri di una professione oggi molto inflazionata. Se poi, come
spesso accade, a sopravvivere non saranno i migliori, o i più meritevoli, è
un’altra storia.
(Da Mondoprofessionisti
del 10.3.2014)