giovedì 31 ottobre 2013

Tribunale Milano: eBay non responsabile per inserzioni dal contenuto illecito

Il Tribunale di Milano, chiarendo la portata applicativa della normativa sugli Internet Service Providers, ha escluso la responsabilità del noto portale di vendite online eBay per la pubblicazione da parte degli utenti di inserzioni di vendita ritenute illecite poiché di contenuto diffamatorio.
Con ordinanza collegiale del 3 ottobre 2013, il Tribunale di Milano, sezione 1^ civile, confermando il provvedimento cautelare impugnato, ha rigettato il reclamo proposto dall'Ing. Paolo del Bue, fondatore della Banca Arner di Milano, nei confronti delle società eBay Europe Sarl ed eBay International AG, difese dallo studio Hogan Lovells con gli avvocati Marco Berliri (partner), Massimiliano Masnada (of Counsel) e Paola La Gumina (senior associate), con il quale si chiedeva a eBay di eliminare dal sito www.ebay.it le inserzioni  relative al libro "Soldi di famiglia" contenenti frasi ritenute diffamatorie. In particolare, i ricorrenti non chiedevano solo la rimozione delle inserzioni singolarmente individuate ma anche di quelle future o comunque non individuate di contenuto identico/analogo.

Il Collegio preseduto dal Presidente della Prima Sezione del Tribunale di Milano, giudicando corretta la pronuncia impugnata ha ribadito che, in base alla normativa di settore, eBay è un "hosting provider" e, come tale, non è responsabile degli eventuali contenuti illeciti che ospita sul proprio sito. eBay, inoltre, non ha l'obbligo di controllare preventivamente i contenuti pubblicati dai propri utenti, di ricercarne l'eventuale illiceità ovvero di rimuoverli dal sito in assenza un provvedimento dell'autorità giudiziaria. Inoltre, anche in caso di uno specifico provvedimento, l'hosting provider non ha alcun obbligo di attivarsi per evitare il caricamento futuro o per rimuovere automaticamente contenuti identici/analoghi a quello oggetto del provvedimento o della richiesta.

Nello specifico, infatti, il Tribunale meneghino ha operato una netta distinzione tra gli autori dell'inserzione ("destinatari del servizio di hosting") ed eBay come prestatore del servizio di "hosting", affermando che la disciplina vigente contenuta nel D. Lgs. 70/2003, che ha recepito la Direttiva 2000/31/CE sull'e-commerce. non consente di riferire all'Internet Service Provider (eBay nel caso di specie) la responsabilità risarcitoria da fatto illecito gravante sul destinatario del servizio (utente/inserzionista) per i danni a terzi prodotti con la pubblicazione di contenuti illeciti sulla piattaforma telematica. Il Tribunale non ha seguito la distinzione tra hosting "attivo" e "passivo" recentemente utilizzata da parte della giurisprudenza, ritenendo pienamente applicabili ad eBay, in qualità di Internet Service Provider, le esenzioni di responsabilità previste dalla normativa.

L'eventuale responsabilità dell'hosting provider – prosegue il Tribunale di Milano - sorge soltanto quando questi non si è attivato a seguito di un provvedimento dell'autorità competente che individui specificamente – e non in maniera generica - i contenuti da rimuovere (responsabilità omissiva) ovvero quando si dimostri in giudizio che il provider aveva la "conoscenza effettiva" della illiceità  dello specifico contenuto e non si è attivato dandone comunicazione all'autorità competente ovvero disattivandone l'accesso; ipotesi che, tuttavia, nel caso di specie, il Tribunale ha escluso.

Gli avvocati Massimiliano Masnada, Paola La Gumina e Marco Berliri dello studio legale Hogan Lovells che hanno seguito eBay anche in questa vicenda, hanno dichiarato: "Siamo molto soddisfatti di questo risultato anche per l'autorevolezza della fonte. Riteniamo che questa pronuncia contribuisca a fare chiarezza in una materia, quella dei servizi di Internet, che in questi anni è diventata sempre più importante per gli equilibri tra diritti costituzionalmente garantiti e che, purtroppo, è stata oggetto di interpretazioni non sempre univoche e conformi al dato normativo. Siamo convinti che sia una vittoria che favorisce la libertà di informazione e fornisce un chiarimento circa la corretta ripartizione dei ruoli e delle responsabilità su Internet".


(Da ilsole24ore.com del 31.10.2013)