E’ sotto gli occhi di tutti che i timori espressi
dall’Avvocatura, come conseguenza della soppressione dei cosiddetti tribunali
minori e sezioni distaccate, si stiano già avverando. Solo pochi giorni fa il
presidente dell’Organismo unitario dell’Avvocatura, Nicola Marino, paventava
che i risultati disastrosi di questo insensato atto porteranno a breve al “caos
nel sistema giustizia, tra processi rinviati, migliaia di prescrizioni,
sprechi, milioni di euro buttati dalla finestra per affittare, chiudere,
ristrutturare uffici e traslocare fascicoli e strutture”.
A Giarre, la situazione fa ancora pià rabbia perché
da pochi anni era stato aperto un palazzo di Giustizia che rappresentava un
vero e proprio fiore all’occhiello degli istituti giudiziari nel distretto di
corte d’appello catanese per efficienza e funzionalità. Chiudere una delle più
famose “ex incompiute” del lungo elenco cittadino rappresenta un ulteriore
sfregio alla cittadinanza, dopo il depotenziamento o la chiusura di altre
strutture ed uffici pubblici. Vedere chiusa una struttura del genere è
vergognoso e lascia molto amaro in bocca.
E allora tutti (ovverosia ben sette sezioni
distaccate, migliaia e migliaia di cause) a Catania, dove è facile trovare
parcheggio, le aule d’udienza sono ampie, i giudici puntuali, il personale
gentilissimo, per non parlare dei costi: carburante, autostrada e parcheggio,
notifiche e pignoramenti con l’enorme sovrapprezzo delle trasferte…
Ma vuoi togliere il piacere di fare ore di fila
dietro gli sportelli per una notifica o il rlascio di una sentenza, il poter
esercitare l’olfatto con gli odori più o meno gradevoli della calca, il godere
della visione di fascicoli ovunque, ragnatele e polvere e magari qualche ospite
nascosto…?
Secondo il presidente dell’associazione nazionale
avvocati italiani, Maurizio De Tilla, "è accertato che nessuno dei
tribunali accorpanti è in grado di assorbire i tribunali soppressi e le Sezioni
distaccate abolite. La situazione è drammatica''.
Fanno le leggi, non hanno contezza dell’essere in
trincea, del lavorare sul campo, del curarsi prima degli interessi dei
cittadini.
I tempi della Giustizia, già di per sé spaventosi, si
dilateranno ulteriormente così come i costi, molti eviteranno di adire il
magistrato proprio a causa di ciò: non è forse questa una vera e propria negazione della Giustizia?
Il sindaco di Giarre, Roberto Bonaccorsi, ha espresso
di recente l’intenzione di destinare la maggior parte del palazzo di Giustizia
di Giarre ad uffici comunali. Fermo restando che il piano sotterraneo possa
fungere da archivio per il tribunale di Catania, così come promesso dalla
precedente amministrazione al presidente del tribunale etneo Bruno Di Marco, si parla di trasferimento
dell’ufficio tecnico comunale e, maggior auspicio da parte dei legali
dell’hinterland giarrese e della maggior parte della popolazione, della
possibilità di riservare una porzione della struttura all’ufficio del Giudice
di Pace, unico presidio di legalità e giustizia in una sede a ciò
originariamente destinata, peraltro col risparmio degli attuali costi
d’affitto.
Concludiamo con un altro pensiero espresso dall’avv.
De Tilla, che condividiamo: “È una pura follia demolire uffici giudiziari
costati diverse decine di milioni di euro con un'efficienza e una durata media
dei processi di gran lunga inferiore a quella delle sedi accorpanti. È da
dissennati spendere decine di milioni di euro per attrezzare sedi inidonee. Non
è corretto vantare risparmi e efficienze lontani anni luce dalla verità''.
Ah, povera Giustizia, povera Italia, poveri noi…
Mario Vitale (dal Gazzettino di Giarre del 5.10.2013)