L’aumento dell’aliquota Iva ordinaria al 22% pesa
soprattutto sui professionisti. La nuova aliquota infatti dovrà essere
applicata alle parcelle dei liberi professionisti con data successiva al 1°
ottobre 2013, se previsto dal proprio regime. Alcuni dubbi potrebbero sorgere
per quelle operazioni che vengono effettuate a cavallo di tale data: la regola
da seguire è quella che fa riferimento alla data di emissione della fattura.
Pertanto, per i documenti contabili emessi prima del 1° ottobre, anche se l’Iva
non è ancora stata pagata, si applica la vecchia aliquota, quella in vigore al
momento della fatturazione. Per le fatture a saldo, se del corrispettivo al 1°
ottobre è stato pagato solo l’acconto, su questo resterà ferma l’aliquota al
21%, mentre sulla fattura a saldo dovrà applicarsi l’aliquota al 22%. Eventuali
errori commessi, in questa fase di prima applicazione, potranno essere corretti
senza sanzioni, effettuando semplicemente le variazioni in aumento. Altro
aspetto da tenere in considerazione è, poi, l’appartenenza o meno degli stessi
professionisti ad una cassa di previdenza privata. Coloro che risultano
sprovvisti di una cassa ad hoc e aderiscono, così, obbligatoriamente alla
gestione separata Inps, risulteranno doppiamente penalizzati dall’aumento di un
punto percentuale dell’aliquota Iva ordinaria. Ciò, in virtù del fatto che
sull’eventuale addebito previdenziale del 4%, da effettuare nella parcella, si
dovrà calcolare anche l’imposta sul valore aggiunto maggiorata, con l’effetto
di aumentare il costo a carico dei propri clienti che, per ragioni soggettive o
oggettive, non potranno detrarre l’Iva, interamente o solo in parte. È vero che
si tratta di un incremento di pochi centesimi, ma se questi vanno sommati
all’aumento percentuale di un punto dell’aliquota ordinaria applicata su
onorari che, nell’attuale situazione economica, possono risultare rilevanti è
evidente che l’effetto finale per il cliente può essere tutt’altro che gradito.
(Da Mondoprofessionisti del 3.10.2013)