L’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua) è deciso a intraprendere le necessarie azioni giudiziarie per evidenziare le illegittimità e irrazionalità della delega al Governo sulla revisione della geografia giudiaria, contenuta nella manovra economica bis. L’incarico è stato conferito al coordinatore della Commissione Oua Diritto amministrativo, Antonino Galletti. Per Maurizio de Tilla, presidente dell’Oua, l’azione giudiziaria è doverosa: « La normativa di “delega al Governo” sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie è stata inserita in un iter legislativo di conversione in legge di un decreto legge di stabilità finanziaria perpetuando un sistema che nega la tripartizione dei poteri (legislativo, esecutivo e giurisdizionale) e contrasta con i principi fondamentali della nostra Costituzione. Oltre che la genericità e l’irrazionalità dei criteri previsti nella delega, l’Oua denuncia l’incostituzionalità della normativa che conferisce la delega al Governo in una materia delicata che rischia di far saltare tutto il sistema giustizia. Negli Stati che s’ispirano al principio della separazione dei poteri e della soggezione della giurisdizione e dell'amministrazione alla legge, l'adozione delle norme primarie spetta al Parlamento il cui potere deriva direttamente dal popolo. Al decreto legge e alla delega legislativa deve ricorrersi solo in casi eccezionali. Con questa delega al Governo è palese la violazione dell’ordinario iter di produzione legislativa (art. 70, 72) ed anche di quello della c.d. decretazione d’urgenza (art. 77 co. 2), non sussistendo ragioni necessità ed urgenza a sostegno e supporto dell’introduzione, soltanto in sede di conversione, di una disposizione relativa alla riorganizzazione nella distribuzione degli uffici giudiziari del tutto eterogenea rispetto al contenuto del decreto-legge convertito ed addirittura dichiaratamente legata ad altro decreto-legge (già oggetto di conversione con altra legge). Trattasi, dunque, per l’espressa ammissione contenuta nella legge di conversione di una “norma intrusa”. Si continua in questo Paese a legiferare sulla giustizia senza dibattito parlamentare e senza alcuna consultazione con le categorie interessate – aggiunge il presidente Oua - prospettando la soppressione di 52 Tribunali, 200 Sezioni distaccate e 700 sedi del giudice di pace. L’indignazione dell’avvocatura è molto forte insieme a quella dei cittadini e dei sindaci sul territorio. Presidi di giustizia, di sicurezza e di legalità vengono messi in discussione senza alcun studio preventivo e senza alcuna consultazione con le realtà locali e i rappresentanti dell’avvocatura». In quanto alla tanto proclamata riduzione dei costi derivanti da questa revisione della geografia giudiziaria, l’Oua ne contesta l’efficacia: «La preventiva soppressione di alcuni Tribunali non comporta alcun risparmio - continua de Tilla - il personale giudicante e amministrativo rimane in servizio per cui la spesa per lo Stato rimane la stessa. La ristrutturazione e riorganizzazione delle sedi oggi esistenti comporterà nuova spesa per lo Stato con contestuale inutile spreco delle risorse fin qui impiegate nell’aggiornamento delle strutture che verranno soppresse. Anziché ricreare in tutti i Tribunali le condizioni per raggiungere strutture omogenee snelle, funzionanti e utili all’utente, si sopprimono alcuni esempi virtuosi, per implementare strutture provinciali meno efficienti per le eccessive dimensioni, con ulteriore aggravio delle difficoltà già in essere. Altre sono le priorità, anche attuabili a breve e medio termine – conclude de Tilla – processo telematico e completa informatizzazione di tutti gli uffici, eliminare l’anacronistico ricorso al cartaceo, come si è fatto in altri settori (si pensi all’invio del mod. Unico ecc.). Ripartire dai Tribunali Metropolitani e riorganizzare i Grandi Tribunali: queste mega strutture sono oggi irrimediabilmente paralizzate e ogni risposta a chi vi accede richiede tempi irragionevoli. E poi riforma del Giudice Laico, ricomprendendo nell’organico di ciascun Tribunale tutta la Magistratura Onoraria. Aumento degli organici. Di tutto ciò parleremo anche nel corso della VII Conferenza Nazionale dell’Avvocatura che si terrà a Roma il prossimo 25 e 26 novembre. Se solo si volessero ascoltare le proposte di chi conosce davvero i problemi della giustizia, forse avremmo già risolto molti problemi».
(Da Mondoprofessionisti dell’8.11.2011)