Cassazione Sez. IV Penale, Sent. 29.9.2011, n. 38859
La Cassazione Penale, confermando le sentenze dei precedenti gradi di giudizio, ha condannato due donne per il reato di furto pluriaggravato dalla minorata difesa dei derubati (di 81 e 78 anni) e dalla destrezza utilizzata (i derubati stavano lavorando nell’orto contiguo all’abitazione).
La Corte ha infatti ritenuto che la presenza di una vicina che, urlando, sollecitava l’intervento delle forze dell’ordine non ha escluso la consumazione del reato proprio perché “le due donne non solo si sono impossessate di alcuni bracciali e di denaro contante all’interno dell’abitazione, ma hanno pure portato la refurtiva con loro, fuori dall’abitazione e poi all’interno dell’auto a bordo della quale si sono dare a precipitosa fuga”.
La Corte non ha dubbi: l’impossessamento, sia pure per un breve periodo di tempo, vi è stato e pertanto il reato deve considerarsi consumato.
Quanto all’aggravante della minorata difesa dei derubati, la Corte d’Appello prima e la Cassazione poi, hanno ritenuto che i derubati, per via della loro età, versavano in una condizione tale che riduceva le capacità auditive, visive e locomotive: “tale condizione ha avuto un nesso eziologico, posto che le vittime potevano avere difficoltà nell’udire l’arrivo delle ladre; e nel reagire alla sottrazione con l’inseguimento”.
Quanto all’aggravante della destrezza, per la Corte, l’assenza dei derubati dall’abitazione non è stata una mancata vigilanza, bensì mera minorata vigilanza per lo svolgimento di attività che comportava un’attenzione intermittente. Pertanto, la situazione era tale da lasciare spazio per “un’azione repentina ed abile di chi si introduce in casa approfittando del fatto che il proprietario, se pur presente, è impegnato momentaneamente in altra attività”.
Luciana Di Vito – Iusgate (da filodiritto.com del 26.11.2011)