Si è tenuta ieri pomeriggio l’assemblea cittadina organizzata dall’AGA assieme all’associazione Liberiecittadini di Giarre, provocatoriamente intitolata “Tribunale di Giarre: si chiude?”, avente ad oggetto la revisione delle circoscrizioni giudiziarie prevista nella “manovra bis”, che ha delegato il governo ad emanare entro dodici mesi i relativi provvedimenti e che vede, tra le sedi giudiziarie in pericolo di chiusura, anche la sezione staccata del nostro tribunale, con le gravi conseguenze da ciò derivanti.
Alla presenza di cittadini, professionisti, consiglieri comunali, sindacalisti, del magistrato dirigente il tribunale di Giarre Maria Pia Urso, del segretario dell’Ordine Diego Geraci e del presidente della Confcommercio Armando Castorina, ha introdotto i lavori il presidente di Liberiecittadini arch. Salvo Patanè, quindi hanno relazionato il presidente AGA Giuseppe Fiumanò ed il presidente dell’Ordine Avvocati di Catania Maurizio Magnano di San Lio.
“Si tratta di un progetto avventato –ci dichiara il presidente Avv. Fiumanò- che non tiene conto di alcuni aspetti che dovrebbero indurre a una maggiore prudenza. Un semplice colpo di spugna, come quello paventato, non può realizzare la razionalizzazione delle strutture giudiziarie sui territori, senza un ampio e serio confronto circa i criteri da seguire per disegnare la nuova geografia giudiziaria ed individuare soluzioni per ottenere efficienza del servizio nel rispetto dei diritti dei cittadini realizzando nel contempo economie di spesa. La materia delle circoscrizioni non deve essere affrontata unicamente o precipuamente in base a criteri di economicità, in quanto la scelta se mantenere od accorpare un ufficio giudiziario deve tener conto di vari altri fattori tra cui le caratteristiche socioeconomiche del territorio. Altrimenti si danneggerebbe la buona giustizia e l’autonomia dei territori”.
Sia Fiumanò che il presidente dell’Ordine Magnano, il quale ha precisato come bisogni evidenziare l‘esistenza dei requisiti oggettivi rispetto ai criteri direttivi previsti dalla “manovra bis”, hanno sottolineato l’incostituzionalità della normativa nel conferimento al Governo della delega, in quanto l’adozione delle norme primarie spetta al Parlamento, al decreto legge e alla delega legislativa deve ricorrersi solo in casi eccezionali, per cui si è in presenza di una violazione sia del procedimento legislativo ordinario sia di quello della decretazione d’urgenza, non sussistendo ragioni necessità ed urgenza a sostegno e supporto dell’introduzione, soltanto in sede di conversione, di una disposizione relativa alla riorganizzazione nella distribuzione degli uffici giudiziari del tutto eterogenea rispetto al contenuto del decreto-legge convertito ed addirittura dichiaratamente legata ad altro decreto-legge, già oggetto di conversione con altra legge.
L’AGA prenderà in considerazione tutte le iniziative opportune a salvaguardia del nostro tribunale, coinvolgendo le istituzioni dei dieci comuni appartenenti al subcircondario di Giarre.
“Auspichiamo per il futuro –conclude Fiumanò- una maggiore partecipazione dei colleghi del foro di Giarre che devono trovarsi uniti ed in prima fila in questa ‘battaglia’ per evitare un’ulteriore spoliazione del territorio attraverso la negazione di un servizio essenziale per i cittadini quale quello della Giustizia”.