La Giunta Esecutiva dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, riunita stamani (ieri, ndAGAnews) a Roma, ha approvato un duro deliberato (di seguito la versione integrale) contro i recenti provvedimenti sulla giustizia contenuti nella manovra economica approvata mercoledì sera al Senato.
Per Maurizio de Tilla, Presidente Oua, l’emendamento approvato nella manovra sulla giustizia è innanzitutto “una forzatura sotto il profilo costituzionale, in quanto introdotto solo in sede di conversione su una materia estranea al decreto legge, inoltre il testo della legge delega previsto dalla norma è fin troppo generico e manca del necessario confronto non solo con l’avvocatura, ma in generale, con tutti gli operatori del sistema”.
Entriamo nel merito del deliberato approvato. Nel documento “si concorda nell’esigenza di affrontare con speditezza le problematiche legate alla geografia giudiziaria ma ciò non può avvenire in termini settoriali o limitati solo ad alcuni Uffici”.
Secondo l’Oua, “la geografia giudiziaria non può formare oggetto di interventi affrettati e sommari perché richiede, se si vuole intervenire in via definitiva e senza irreparabili danni per i cittadini di:
1) un attento e approfondito esame della struttura sociale ed economica dell’intero territorio nazionale;
2) una analisi non esclusivamente quantitativa, ma essenzialmente qualitativa dei singoli dati territoriali che dovranno essere “certi” e “verificati” e la cui raccolta deve avvenire con la collaborazione dell’ avvocatura locale, unica categoria in condizione di fornire indicazioni reali di riferimento sui bisogni delle specifiche realtà locali;
3) la verifica che non siano venute meno nel tempo le esigenze di salvaguardare il valore della giustizia di prossimità che avevano portato ad istituire le attuali sedi di Tribunale;
4) un'attenta analisi e verifica del risparmio effettivo derivante dalla riorganizzazione che deve necessariamente derivarne tenuto conto dell'incidenza dei costi, anche ambientali, conseguenti al pendolarismo dell'utenza e degli operatori”.
Quindi, continuano gli avvocati, “è erroneo ritenere che la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, ai fini di una maggior efficienza e risparmio, debba avere quale, criterio guida, quello indicato al punto a) della proposta governativa e cioè la riduzione degli uffici di primo grado”.
Per l’Oua, infatti, “un’efficiente, attuale ed economicamente utile riorganizzazione giudiziaria non si attua attraverso la immotivata soppressione di alcuni Tribunali solo perché non aventi sede in capoluogo di provincia, ma piuttosto (come l’OUA ha da tempo indicato) attraverso la ridistribuzione sul territorio del carico di lavoro dei singoli Uffici, con attribuzione a questi di porzione di territorio dei circondari limitrofi, creando conseguentemente strutture il più omogenee possibile in termini di territorio, popolazione e organici. E ciò indipendentemente dal fatto che oggi un Tribunale abbia sede in capoluogo di Regione, Provincia ovvero solo in un Comune. Assumere quindi come area prioritaria di intervento riequilibrativo del carico di lavoro e territoriale, quello esclusivamente provinciale, appare particolarmente limitativo e penalizzante, oltre che contraddittorio in un momento in cui la Provincia è in predicato di soppressione. Per una ottimale distribuzione delle risorse è indispensabile quindi superare i confini geografici provinciali e riferirsi piuttosto a quelli del distretto della Corte d’Appello o alla Regione, qualora vi siano più sedi di Corte di Appello. Questo criterio appare più utile per pervenire, all’interno di aree in genere omogenee, alla migliore ridistribuzione del carico di giustizia tra gli Uffici presenti. Ciò consentirà oltretutto di rispettare il dettato costituzionale consentendo a tutti i cittadini uguali condizioni di accesso alla giustizia e quel che è più importante uguali termini di decisione. Criterio altresì utilizzabile per le sezioni staccate, laddove non appare certo condivisibile anteporre il principio della soppressione generalizzata a quello della ridistribuzione e mantenimento di quei presidi che per particolare lontananza dalla sede del Tribunale (ad esempio quelle delle isole) o per particolare estensione di territorio o elevata urbanizzazione richiedono che il processo si svolga effettivamente in loco, con contestuale attribuzione dell’intera trattazione monocratica”.
Allo stesso tempo, rilevano, “è erronea la previsione, la soppressione e/o accorpamento, con criteri per altro non specificatamente individuati, di alcuni Uffici della Procura presso i Tribunali, con ciò comportando una sostanziale e non condivisibile modifica dei principi di competenza territoriale finora attribuiti, in misura uguale, a tutte le Procure della Repubblica”.
Questo l’appello del Presidente dell’Oua, Maurizio de Tilla, commentando il documento:
“Si rischia la chiusura di oltre 50 Tribunali e un indebolimento delle Procure, con tutto ciò che consegue sul territorio anche in termini di legalitá e di tenuta del servizio giustizia. La domanda che ci poniamo è semplice: perchè si continua a legiferare in modo inappropriato e senza alcuna organicità sul sistema giustizia, sulla spinta di logiche emergenzialiste? Il disagio a livello territoriale è forte: l’Oua sta ricevendo proteste da tutta Italia (vedi nella delibera le prime prese di posizione degli ordini forensi). Lo stato di agitazione è una scelta obbligata”.
(Da Mondoprofessionisti del 9.9.2011)