che si era infuriata per una decisione unilaterale
La scena è classica: riunione di condominio, i toni si alzano, qualcuno provoca, qualcun altro risponde per le rime e in un attimo gli insulti diventano l’anima della discussione. Bene, la Corte di Cassazione, con sentenza n. 32901, è intervenuta sulla richiesta di condanna per ingiuria avanzata da un amministratore di condominio nei confronti di una condomina che gli si era rivolta con un non elegantissimo "vaffa...". A monte dell’improperio, la decisione unilaterale dell’amministratore di spostare deliberatamente le fioriere del condomino in favore di alcuni posti auto.
L’amministratore, giunto in Cassazione per difendere il suo onore ferito, accusava la donna di averlo insultato in modo assolutamente gratuito dato che le fioriere erano state spostate per fattori contingenti. La quinta sezione penale della Cassazione ha però dato ragione alla condomina in virtù del fatto che "in tema di ingiuria, costituisce fatto ingiusto idoneo ad integrare l’esimente della provocazione la condotta dell’ingiurato che intraprenda autonomamente l’attività ablatoria di una situazione che ritenga illegittima, invece di sollecitare l’intervento dell’autorità, in quanto, a tale fine, la caratterizzazione di ingiustizia deve essere parametrata non già all’ipotetica illegittimità del comportamento di controparte, quanto piuttosto alla conformità della condotta dell’ingiuriato alle ordinarie regole del vivere civile, le quali esigono che l’illegittimità sia accertata ed eventualmente rimossa nelle forme di legge". Più semplicemente, lo spostamento delle fioriere è stato percepito dalla condomina come un atto di ostilità nei suoi confronti che, di conseguenza, ha giustificato il successivo "vaffa...".
Alberta Perolo (da famigliacristiana.it del 6.9.2011)