Scatta il risarcimento del danno a carico del proprietario dell'appartamento che ha montato una canna fumaria a una distanza inferiore ai dieci metri dall'appartamento adiacente producendo emissioni superiori alla soglia consentita.
A stabilirlo è la seconda sezione civile della Corte si Cassazione con sentenza 18262 che ha rigettato il ricorso dei coniugi proprietari dell'abitazione "incriminata" spiegando come "il giudice di appello ha dato conto, infatti, sulla base della C.T.U., che la prossimità della canna fumaria all'appartamento degli attori (distante appena tre metri e mezzo) e l'uso della canna fumaria per il riscaldamento domestico e per la cottura dei cibi, comportava il superamento di tale limite, non rilevando che, in occasione dell'esperimento peritale, non fossero state constate immissioni di fumo a causa della mancanza di vento".
Alberta Perolo (da famigliacristiana.it del 21.9.2011)