domenica 25 settembre 2011

Citofono guasto: non c’è evasione

I carabinieri incaricati di verificare il rispetto degli arresti domiciliari inflitti a un albanese si recano a casa sua e, non avendo ricevuto risposta al citofono, segnalano l'accaduto come un'evasione. A questo punto scatta l'ordine di detenzione in carcere.
L'uomo, però, non ci sta e fa ricorso. Lui, giura, era in casa. Il tema è delicato e giunge in Corte di Cassazione che si esprime a favore dell'albanese: gli agenti, infatti, avrebbero dovuto accertarsi della sua reale assenza da casa bussando anche alla porta d'ingresso.
In una prima fase i giudici di merito non avevano accolto il ricorso benché il detenuto avesse dimostrato con un certificato controfirmato dall'amministratore che il citofono, nei giorni del controllo, era guasto.
Rinviando il giudizio, la Cassazione ha aggiunto che "la mancata affissione al citofono di un cartello che ne segnalasse il guasto non dimostrava la trasgressione alle prescrizioni inerenti alla misura cautelare... i carabinieri sarebbero potuti entrare nello stabile in cui era ubicato l'appartamento del detenuto facendo aprire il cancello dagli addetti alla vigilanza che prestavano servizio continuativo".

Alberta Perolo (da famigliacristiana.it del 22.9.2011)