A giugno prossimo verrà a scadere il mandato quadriennale dell’attuale Comitato dei Delegati di Cassa Forense. Salvo ulteriori prorogatio, sempre in agguato, le elezioni sono programmate per novembre 2013. I sistemi elettorali sono quei meccanismi, normativamente previsti, che regolano il procedimento di articolazione delle preferenze individuali in voti e la conversione dei voti in seggi.
Essi, pertanto, governano innanzitutto la fase del procedimento elettorale che va dall’indizione delle elezioni fino allo scrutinio e, particolarmente:
- il voto in senso tecnico ossia il mezzo di scelta individuale;
- la lista dei candidati come spazio entro cui l’elettore è chiamato a compiere questa stessa scelta.
Cassa Forense e voto blindato
Molto spesso per le elezioni di Cassa Forense si assiste al caso di “voto blindato” perché la lista è il frutto di accordi spartitori fra i COA dei vari Distretti nel senso che ad un Ordine viene attribuita la presenza nel Consiglio Nazionale Forense, ad un altro in Cassa Forense, ad un altro ancora nell’Organismo Unitario dell’Avvocatura e chi più ne ha più ne metta.
È intuitivo che il voto blindato su di un’unica lista, predeterminata e sostenuta dagli Ordini, non assicura un’offerta elettorale adeguata anzi la nega.
Nel caso delle elezioni di Cassa Forense la blindatura è poi addirittura duplice perché frutto di un accordo tra le varie componenti dell’Avvocatura e poi blindato nell’ordine di precedenza tra i candidati compresi nella lista cosicché, ai fini dell’elezione, il risultato è prestabilito ed immodificabile dato che l’elettore non può che votare per la lista accettandone integralmente la graduatoria prestabilita.
Siffatto sistema azzera del tutto la scelta, ovvero la valenza sostanziale e, con essa, la liberta di suffragio dell’elettore.
Cassa Forense, che è il bene più prezioso che l’Avvocatura italiana ha, necessita di colleghi esperti e professionalmente preparati in previdenza e finanza; questa esigenza che attiene alla funzionalità stessa della Fondazione, spesso viene conculcata in nome di accordi spartitori sulla rappresentanza.
Mi rendo conto che il tema è delicato però è bene affrontarlo per tempo.
Gli Ordini dovrebbero quindi o restare neutrali nell’agone elettorale o farsi promotori e sostenitori per la presentazione in ogni Distretto di più liste per la formazione delle quali dovrà essere privilegiata la generazione di età compresa fra i 40 e 50 anni perché caratterizzata da un bagaglio professionale alle spalle già acquisito e dalla lontananza al pensionamento e quindi immune da interessi personali ma lungimirante sugli interessi previdenziali e assistenziali dell’intera categoria.
Se vogliamo davvero cambiare l’avvocatura dobbiamo cominciare da qui.
Paolo Rosa (da dirittoegiustizia.it del 21.5.2013)