Segnalazione dell’Antitrust a Governo e Parlamento
in merito alla tutela dei contenuti editoriali
Occorre mettere all’ordine del giorno il tema della tutela dei contenuti editoriali su Internet, con soluzioni che tutelino contemporaneamente il diritto del pubblico alla diffusione della conoscenza e non soffochino le potenzialità della rete. Lo chiede, in una segnalazione inviata a Governo e Parlamento, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che sottolinea il ruolo fondamentale della rete per la crescita dell’economia e della competitività. La rapida evoluzione del web ha comportato, infatti, una sensibile accelerazione del processo selettivo delle dinamiche competitive, che conduce allo sviluppo degli operatori più efficienti e dinamici. Avverte l’Antitrust, tuttavia, che sviluppi così rapidi, se accompagnati ad un’inefficiente allocazione elle risorse, possono incentivare nel lungo periodo una strutturazione dell’offerta che non consente una corretta interazione competitiva. Il rischio è quello di limitare e distorcere il processo di crescita consentito dal web, tanto in senso economico quanto in termini di sviluppo della partecipazione alla vita democratica dei cittadini.
Alla luce di tali considerazioni preliminari, l’Antitrust ha individuato alcune aree in cui un intervento regolativo appare indispensabile. Tra queste, rientra quella della produzione di contenuti informativi online e del loro utilizzo da parte degli operatori attivi sulla rete. In tale contesto, è da tempo stata evidenziata da parte degli editori una generale criticità in ordine alla valorizzazione dell’attività degli operatori che producono i contenuti editoriali online. Si tratta, in sostanza, di evitare che l’ampliamento degli ambiti attraverso i quali possono essere reperite e lette le notizie diventi un disincentivo alla produzione ed elaborazione di contenuti informativi a livello socialmente desiderabile. Ciò in quanto gli editori, pur potendo percepire i ricavi della raccolta pubblicitaria realizzata sulle pagine dei propri siti web, non sono messi nelle condizioni di condividere il valore ulteriore generato su internet dalla propria attività di produzione di informazione, nonostante la diffusione di contenuti informativi rappresenti uno dei servizi di maggior interesse per gli utenti di internet.
Per i motivi indicati l’Antitrust ritiene necessario mettere all’ordine del giorno, in tempi adeguati rispetto alle esigenze di trasformazione del settore, una disciplina che contempli strumenti idonei a incoraggiare su internet forme di cooperazione virtuosa tra i produttori di contenuti editoriali e i fornitori di servizi innovativi che riproducono ed elaborano i contenuti protetti dai diritti di proprietà intellettuale. Tale disciplina dovrà essere finalizzata allo sviluppo efficiente dell’attività di produzione di contenuti informativi in rete.
Tenuto conto della dimensione sopranazionale del fenomeno internet, appare inoltre necessario che le istituzioni italiane adottino concrete iniziative a tutela dei contenuti editoriali online presso le opportune sedi internazionali.
Nella segnalazione l’Antitrust ripercorre gli interventi effettuati recentemente in altri Paesi, sottolineando comunque come una valida soluzione alternativa potrebbe consiste nell’intervento sulla disciplina della proprietà intellettuale, finalizzato a introdurre una forma di remunerazione per gli editori per le attività che vanno ad alimentare i servizi di diffusione delle informazioni sulla rete. Si sta muovendo in questa direzione la Germania e un analogo progetto di legge, prima della conclusione di un accordo Google-editori, era stato presentato dal Governo francese.
La soluzione consistente nella ridefinizione della disciplina del diritto è quella ritenuta preferibile dall’Antitrust (anche rispetto a quella negoziale fatta propria dalla Francia) perché consente ai soggetti impegnati nella produzione e diffusione di contenuti informativi di beneficiare della diffusione di tali prodotti sulla rete con un evidente vantaggio sotto il profilo dell’efficienza allocativa delle risorse del settore. Nell’adozione di tale soluzione sono comunque necessarie alcune cautele. Occorre innanzitutto evitare che attraverso un eccessivo irrigidimento dei sistemi di protezione autoriali, i costi legati alla remunerazione degli editori finiscano per riverberarsi sugli utilizzatori finali, con effetti negativi per l’accesso all’informazione ed il pluralismo. È necessario, poi, calibrare norme idonee a produrre effetti duraturi sui diritti di proprietà intellettuale in presenza di un’evoluzione ancora in corso, e dall’esito ancora non definito, dei mercati dell’informazione.
È con questa sollecitazione a Governo e Parlamento e con queste argomentazioni che l’Autorità ha inteso fornire il proprio contributo al dibattito volto ad individuare soluzioni idonee a garantire lo sviluppo in chiave pro-concorrenziale dell’attività di produzione di contenuti editoriali online.
Anna Costagliola (da diritto.it del 27.5.2013)