In caso di morte di un nipote non hanno diritto ai danni morali
C'è un solo argomento che sembra unire anche i punti di vista più distanti: l'importanza fondamentale dei nonni nella società di oggi. Sono dinamici, disponibili, pieni di spirito di iniziativa, un appiglio sicuro anche e soprattutto quando le famiglie dei loro figli attraversano momenti di difficoltà.
I tempi, però, da un certo punto di vista sembrano cambiati. Almeno questa è la sensazione che si ricava da un intervento della Cassazione: "Ai nipoti, o viceversa ai nonni, non spettano i danni morali nel caso in cui muoia un parente stretto in seguito ad un incidente stradale. Il risarcimento scatta soltanto nel caso in cui nonni e nipoti convivano nella stessa casa".
Qual è la motivazione? "Le disposizioni civilistiche che concernono i nonni non sono tali da poter fondare un rapporto diretto, giuridicamente rilevante, tra nonni e nipoti, ma piuttosto individuano un rapporto mediato dai genitori-figli o di supplenza dei figli".
Si tratta di una rottura decisa rispetto al passato quando "la certezza, o quantomeno il rilevante grado di probabilità di provvidenze economiche durevoli e costanti nel tempo poteva fondarsi su obblighi, non giuridici, ma socialmente molto forti perché radicati in stili di vita di completa dedizione sei genitori/nonni nei confronti dei discendenti".
E ancora: Affinché possa essere configurato il diritto al risarcimento del danno non patrimoniale da lesione del rapporto parentale per la morte del nonno o del nipote militano: la configurazione della famiglia come famiglia nucleare; la posizione dei nonni nell'ordinamento giuridico, il bilanciamento tra l'esigenza di evitare il pericolo di una dilatazione ingiustificata dei soggetti danneggiati secondari e la necessità di dare rilievo all'esplicarsi dei diritti della personalità nelle formazioni sociali e, quindi, nella famiglia dei conviventi, come proiezione dinamica della personalità dell'individuo".
Alberta Perolo (da famigliacristiana.it del 21.3.2012)