Pubblichiamo il testo della mozione con la quale il Congresso Nazionale Forense Straordinario di Milano (23-24 marzo 2012) si è espresso in materia di tariffe chiedendo il ripristino immediato delle Tariffe Professionali Forensi, con fissazione dei minimi inderogabili (da Altalex del 31.3.2012).
CONGRESSO STRAORDINARIO FORENSE MILANO 23-24 MARZO 2012
MOZIONE
- Dal 2006 i Governi, che si sono succeduti fino ad oggi, hanno adottato provvedimenti, in via d'urgenza e in modo autoritario, nei confronti degli Avvocati, senza alcuna preventiva concertazione né consultazione, pur andando ad incidere su diritti fondamentali e interessi primari dei cittadini, quali sono il diritto alla difesa e alla giustizia sanciti dall'art. 24 della Costituzione.
- Si vuole far credere che le " liberalizzazioni" costituiscano attuazione del Diritto Comunitario, in conformità a quanto chiederebbero gli Organi Comunitari e che sarebbe necessaria la liberalizzazione, anche della professione forense, per rilanciare l'economia e per ridurre il debito pubblico.
- In Italia non esistono sbarramenti all'esercizio della professione forense, salvo l'esame di stato, previsto dall'art. 33 della Costituzione e necessario al fine di verificare il grado di preparazione e la capacità di chi sarà chiamato a svolgere un ruolo fondamentale nella società, ossia tutelare I diritti dei cittadini.
- Infatti, gli Avvocati iscritti negli albi erano circa 50.000 nel 1990, 100.000 nel 2000, mentre oggi sono circa 230.000, con una crescita esponenziale, tale che il rapporto tra i cittadini e il numero degli Avvocati è il più alto in Europa. Invero, in altri Stati dell'Unione Europea, analoghi al nostro e certamente ispirati al pieno rispetto dei principi di libertà, di democrazia e di libera concorrenza, come ad esempio la Francia e la Germania, l'accesso alla professione è molto più selettivo, e, peraltro, anche in termini economici viene dato il giusto riconoscimento all'importanza e alla qualità del servizio reso dagli Avvocati mediante l'applicazione di tariffe professionali, simili per tipologia e struttura, a quelle che il governo Monti intende abrogare.
- In nome della liberalizzazione, che si afferma essere pretesa dall'Europa, si vuole dare attuazione, in realtà, al progetto dei poteri forti, finalizzato a dequalificare la figura dell'Avvocato, sacrificando i principi fondamentali della professione forense, quali l'autonomia e l'indipendenza, così da rendere il professionista forense totalmente condizionato e succube dei voleri dei detentori di grandi capitali.
- E' veramente mistificatorio affermare che l'abolizione delle tariffe nazionali forensi e la conseguente determinazione del costo della prestazione professionale, lasciata alla libera determinazione delle parti, sia riconducibile all'esigenza, manifestata in Europa, di tutelare il Diritto Comunitario della concorrenza , così come avviene per le imprese. Nell'ambito del Diritto Comunitario non vi è alcuna equiparazione tra professione intellettuale e impresa, ma anzi viene fatta una netta distinzione, riconoscendosi la specialità, in particolare della professione legale, che non può essere equiparata in toto all'attività di impresa, atteso che agli Avvocati devono essere riconosciuti e garantiti, proprio per la tutela del pubblico interesse, valori fondamentali che esulano dalla disciplina della concorrenza, ossia l'autonomia, l'Indipendenza, l'assenza del conflitto dì interessi ed anche la tutela del segreto professionale.
- Invero, gli Organismi Europei hanno più volte affermato la piena compatibilità del sistema tariffario forense, anche per quanto concerne la determinazione dei minimi, con il diritto comunitario della concorrenza, atteso che le tariffe professionali, anche se proposte dal CNF, sono approvate dal Ministro della Giustizia, previo parere del Consiglio di Stato e del CIP, e sono, quindi, espressione di un atto dello Stato e non già dell'interesse della categoria. Peraltro, i minimi tariffari inderogabili, garantiscono e tutelano la qualità della prestazione professionale resa e conseguentemente i consumatori nonché la buona amministrazione della Giustizia, così integrando le " ragioni imperative di interesse pubblico" che giustificano una eventuale limitazione del principio di libera prestazione dei servizi, prevista da una norma legislativa interna di uno Stato appartenente alla UE.
- Anche la Corte di Cassazione, più volte e da ultimo con la sentenza n. 21934 del 21 ottobre 2011, ha affermato che la normativa comunitaria, non solo non impedisce l'adozione delle tariffe minime, ma anzi ritiene che le stesse siano giustificate da ragioni di interesse pubblico, quali la corretta amministrazione della Giustizia e la tutela del consumatore. La Cassazione, peraltro, ha aggiunto che " pur non essendo una garanzia della qualità dei servizi non si può certo escludere -ed anzi deve affermarsi- che nel contesto italiano, caratterizzato da una elevata presenza di avvocati, le tariffe che fissano onorari minimi consentano di evitare una concorrenza che si traduca nell'offerta di prestazioni " al ribasso" , tali da poter determinare un peggioramento della f qualità del servizio". Tanto più, ove si consideri, che i consumatori non sono in grado di valutare preventivamente la qualità dei servizi resi dall'Avvocato.
- L' ingiustificata abolizione delle Tariffe legali costituisce un deprecabile regalo elargito a quei poteri forti, i quali non mirano al buon andamento della Giustizia mediante servizi efficienti, bensì egoisticamente vogliono:
■ evitare che i cittadini possano, tramite la via giudiziaria e l'assistenza di Avvocati, effettivamente liberi e indipendenti, tutelare i loro diritti ed interessi in contrasto con gli interessi perseguiti dai detti poteri forti;
■ gestire e condizionare il mercato dei servizi legali nonché abbattere a proprio vantaggio i costi legali al fine di indebolire sempre di più i professionisti forensi, così da esercitare su di essi un condizionamento e un controllo sempre più penetrante.
Tutto ciò premesso, l'Avvocatura italiana riunita in Congresso straordinario a Milano
CHIEDE
il ripristino immediato delle Tariffe Professionali Forensi, con fissazione dei minimi inderogabili, mediante Decreto, emanato dal Ministro della Giustizia, previa proposta del CNF e previ i pareri del Consiglio di Stato e del CIP
INVITA
Tutti gli Organi Istituzionali e Associativi dell'Avvocatura:
■ ad intervenire immediatamente e con la dovuta fermezza in ogni competente sede anche europea, al fine di conseguire l'obiettivo del ripristino delle Tariffe Professionali Forensi, con fissazione dei minimi inderogabili.
■ Comunque, a vigilare e a intervenire affinché i parametri che, in base al DL n. 1/2012 il Ministro della Giustizia andrà a stabilire entro 120 giorni dall'eventuale conversione in Legge del richiamato Decreto Legge , siano rispettosi della dignità professionale e del ruolo primario svolto dagli Avvocati nella società italiana, con il dovuto riconoscimento di spettanze adeguate alia finalità e all'irrmortanza del lavoro svolto.