domenica 25 marzo 2012

Avvocati a Congresso contro la commercializzazione della giustizia


di Mauro W. Giannini

"Chiediamo che il governo vari delle vere liberalizzazioni, che possano essere l'occasione di recupero delle competenze perdute ma con l'ampliamento degli spazi di mercato mediante la valorizzazione delle specializzazioni, non già lo strumento per creare il business della formazione specialistica a danno della categoria". Così Dario Greco, presidente dell'Associazione italiana dei giovani avvocati, ha parlato ieri (venerdì, NdAGANews) a Milano, al congresso straordinario forense, "I diritti non sono merce", convocato d’urgenza per esprimere tutto il disagio della categoria.
Il leader dell'Aiga ha aggiunto: «Affinché la nostra professione e la sua rappresentanza recuperino il loro ruolo centrale nella società, occorre che dalla protesta si passi alla proposta, mediante l’esposizione di ciò che la classe forense veramente desidera. Il nostro obiettivo – ha concluso Greco – è avere un'avvocatura unita, che non significa silenzio, ma confronto su problemi e proposte, e un'avvocatura democratica, da individuarsi previa eliminazione di ogni barriera anagrafica, secondo il principio "un avvocato, un voto", eliminando la norma statutaria della cassa di previdenza forense che limita l’elettorato passivo a favore di coloro che hanno almeno dieci anni di iscrizione alla cassa».
Il Congresso si è aperto con un intervento del vicepresidente del Consiglio nazionale forense, Ubaldo Perfetti, che ha parlato di "Riforme viziate dall’uso ideologico del diritto comunitario e dall’uso ideologico dell’emergenza economica" ed ha evidenziato fra l'altro la necessità di combattere la visione mercantistica dei diritti e della professione forense del Governo, puntare all’abrogazione delle norme delle varie Manovre che mortificano i valori essenziali dell’avvocatura e all'approvazione di uno Statuto che rafforzi accesso, formazione, specializzazione, controllo deontologico domestico e qualificazione, richiamando infine all'unità dell’avvocatura come monito alla politica contro l’affievolimento dei diritti.
“L’avvocatura deve combattere la visione mercantistica che si sta imponendo nel Paese. Gli ultimi interventi, dalla Manovra di luglio al decreto Cresci-Italia, stanno modificando profondamente il volto della professione e con arroganza lo fanno con atti amministrativi regolamentari. E’ così che incideranno su una attività professionale che è riconosciuta dalla Costituzione - ha detto Perfetti - “Quel che più è peggio è che con la stessa visione si interviene sul processo e sulla tutela dei diritti, con provvedimento che apparentemente sembrano frammentari (mediazione obbligatoria, aumenti dei costi di accesso alla giustizia, sanzioni pecuniarie nel processo) ma che in realtà corrispondono a un disegno preciso: mettere in crisi il monopolio statale della giurisdizione, privatizzare la giustizia.

(Da osservatoriosullalegalita.org del 24.3.2012)