L’OUA PER UN “NEW DEAL DELLA GIUSTIZIA”
QUATTRO MANIFESTI PER RESTITUIRE COMPETITIVITÀ AL PAESE:
REVISIONE DELLA GEOGRAFIA GIUDIZIARIA, PATTO PER LA GIUSTIZIA
E DECALOGO PER L’EFFICIENZA DELLA MACCHINA GIUDIZIARIA,
PROPOSTE PER UNA NUOVA MEDIACONCILIAZIONE
E PER LA RIFORMA DELLA PROFESSIONE FORENSE
INTERCETTAZIONI, L’OUA CONTRARIA A LEGGI BAVAGLIO.
PRONTI A MANIFESTARE INSIEME AI GIORNALISTI
Maurizio De Tilla, Presidente Oua: «Ecco le proposte concrete per rimettere in moto il Paese, correggendo le storture contenute nell’ultima manovra economica, come la chiusura indiscriminata dei piccoli tribunali: in tal senso è di grande importanza il richiamo del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ma anche cambiando davvero la giustizia civile, senza ricorrere a esperimenti fallimentari e incostituzionali come la media-conciliazione obbligatoria, ma con interventi condivisi come indicati dal “Patto per la Giustizia” e il “Decalogo dell’Oua” per modernizzare la macchina giudiziaria. Infine, un appunto sulle ultime polemiche relative al ddl intercettazioni: l’Oua sono contrari alle leggi contro il diritto di informazione e sono pronti a manifestare insieme ai giornalisti»
L’Organismo Unitario dell’Avvocatura-Oua nella conferenza stampa, conclusasi poc’anzi (stamane, NdAGANews) a Roma, ha tracciato un bilancio delle manifestazioni dell’avvocatura in corso in tutta Italia, in oltre cento città e uffici giudiziari, dal titolo: “Dalla protesta alla proposta: 100 città e uffici giudiziari, per un new deal della giustizia”. Presentati quattro manifesti di proposte per ridare efficienza alla macchina giudiziaria e alle libere professioni. Di seguito i 4 documenti e l’elenco delle città e uffici giudiziari che hanno organizzato le manifestazioni su tutto il territorio nazionale. All’incontro sono intervenuti, tra gli altri, il presidente Coordinamento Nazionale degli Ordini Forensi Minori, Walter Pompeo e il senatore del Pd, Luigi Lusi.
Per Maurizio de Tilla, presidente Oua, «il successo delle manifestazioni è evidente per la grande partecipazione e per la capacità di coinvolgimento della società civile, degli amministratori pubblici, dei cittadini. Dal nord al sud, in grandi città come Milano, Roma, Napoli o Palermo, e in decine di piccoli centri».
«Il mondo della giustizia – continua - chiede a gran voce cambiamenti, senza che si rimanga ancora una volta incastrati nelle sterili contrapposizioni politiche di questi anni. La giustizia non può più essere un campo di battaglia e neppure un terreno di politiche senza respiro improntate a logiche economiciste, come avvenuto con l’ultima manovra economica. Per esempio con la prevista chiusura dei piccoli tribunali. In tal senso crediamo sia opportuno accogliere con grande attenzione il richiamo del presidente della Repubblica, che in una lettera del luglio 2011 chiedeva una rimodulazione “non traumatica” dell’attuale geografia giudiziaria, anche in considerazione delle “ragioni delle comunità locali che in essi vedono un baluardo di sicurezza e legalità”».
«La giustizia - spiega il presidente Oua - pur in presenza di una crisi economica come quella attuale, non va assolutamente gestita in termini di produttività aziendale, ma di efficienza e efficacia, perché è un bisogno primario della collettività e i suoi costi devono considerarsi come socialmente utili. Risparmio ed efficienza si possono ottenere partendo dalla riorganizzazione sul territorio degli attuali uffici di primo grado, ridistribuendo all’interno di ciascuna corte di appello o regione il carico di lavoro, il territorio e l’organico, così preventivamente verificando possibilità e opportunità di ottenere uffici il più possibili omogenei. Nei tribunali, impropriamente chiamati “minori”, i tempi di risposta della giustizia sono ottimali e rispecchiano i parametri europei, anche in presenza di organici sottodimensionati e non aggiornati».
Sulla stessa linea il presidente del Coordinamento Nazionale degli Ordini Forensi Minori, Walter Pompeo: «Il Governo ed il Ministro Palma non possono andare avanti nella riforma senza ascoltare l’avvocatura: l’Oua, Cnf e il Coordinamento Nazionale degli ordini forensi minori.
I piccoli tribunali spesso sono campioni di efficienza e, contrariamente a quanto si sostiene, numeri alla mano, la spesa sostenuta non è mal posta.
I dati reali dicono che la loro produttività è molto positiva e, come sostenuto anche dal presidente Napolitano, sono visti dai cittadini come garanzia di sicurezza e presidio di legalità. Siamo chiaramente disponibili a valutare la ridistribuzione dei territori e, dove necessario, possibili accorpamenti. La volontà di dialogo non manca, d’altronde gli avvocati sono in prima linea e conoscono effettivamente i problemi del territorio».
«La strada da seguire – sottolinea ancora il presidente dell’Oua - passa anche per altri provvedimenti, per esempio, per citare solo alcuni spunti, con l’introduzione rapida del processo civile telematico, la diffusione delle prassi positive già applicate con successo in diversi tribunali, come quello di Torino e il reinvestimento di tutto il gettito del contributo unificato nel settore giustizia. Nonché attraverso l’applicazione selezionata e rigorosa di avvocati come giudici laici e l’introduzione di termini perentori per i giudici (leggi il terzo manifesto). È urgente, inoltre, abolire l’obbligatorietà della media-conciliazione, incostituzionale e non in linea con le direttive europee e implementare, invece, innovativi meccanismi volontari e poco costosi di risoluzione alternativa dei conflitti, nonché riformare la magistratura laica (giudici di pace, onorari..ecc)».
«È il nostro contributo per il bene del Paese – conclude de Tilla - crediamo meriti l’attenzione della politica, come avvenuto con analoghe iniziative della Confindustria, anzi speriamo sia il terreno di confronto per future iniziative comuni e condivise anche con il mondo dell’impresa e non come fatto fino ad ora con l’aggressione e l’esclusione sistematica delle rappresentanze dei professionisti, un settore che tutela diritti sanciti costituzionalmente e che determina il 3% del nostro Pil.
Infine: l’avvocatura ha diritto ad un’autonoma riforma della professione forense, non potendo assoggettare gli avvocati alle regole della concorrenza, gli avvocati non possono essere assimilati alle imprese».
Comunicato stampa OUA del 6.10.2011