di Matteo Santini (foro di Roma)
Il numero degli avvocati continua ad aumentare. L’articolo 3 della recente manovra economica fa riferimento, in modo quasi beffardo, a presunte “indebite restrizioni all’accesso e all’esercizio delle professioni”; mi viene da pensare che tali restrizioni, ove esistenti, non abbiano comunque funzionato in passato visto che solo nella città di Roma il numero degli avvocati supera le 20.000 unità. Una categoria di potenziali disoccupati o ancor peggio di giuristi a sevizio delle grandi imprese (il tutto con una irrimediabile perdita di identità e di quell’autonomia che dovrebbe sempre rappresentare il punto di riferimento del percorso professionale di una avvocato). A ciò si aggiunge il rischio di lotte fratricide tra colleghi scaturenti dall’abolizione dei minimi tariffari. La nostra categoria non merita una fine così ingloriosa.I problemi della giustizia rappresentato uno dei grossi problemi irrisolti degli ultimi anni. L’efficienza dell’apparato della giustizia è un indice di riferimento essenziale affinché uno Stato possa definirsi democratico. Processi interminabili ed ostacoli frapposti tra il cittadino e l’accesso alla giustizia rappresentato un freno anche alla crescita economica. Le multinazionali estere ma anche i piccoli imprenditori preferiscono investire all’estero e ciò in virtù del fatto che, ove dovesse sorgere un contenzioso civile, i loro diritti rimarrebbero pregiudicati a cagione dell’estrema lentezza dei processi civili. La categoria forense è stata recentemente colpita da provvedimenti esiziali i quali, hanno finito per incidere sulla stessa efficienza della giustizia e su tutta la collettività. La limitazione all’accesso alle Corti non è certamente la soluzione per risolvere i problemi della giustizia. La media conciliazione obbligatoria, l’aumento del contributo unificato (per ben tre volte in un anno), avranno come unico risultato quello di aumentare i costi dell’accesso alla giustizia e forse dissuaderanno qualche cittadino meno abbiente dal far valere i propri diritti in sede giudiziaria. Tale limitazione rappresenta una palese violazione dell’articolo 24 della Costituzione. (come noto la questione relativa alla obbligatorietà della media conciliazione è attualmente all’esame della Corte Costituzionale). Al fine di porre rimedio al sovraffollamento della giustizia anziché limitare l’accesso alla giustizia dei cittadini, sarebbe necessario aumentare le strutture e gli organici.Personalmente, ho individuato alcuni punti critici che dovrebbe essere, con la massima urgenza, affrontati e risolti, con l’aiuto di tutti (Istituzione incluse), per restituire alla professione la dignità ed il ruolo che si merita. Questi i punti:
1) abolizione della media conciliazione obbligatoria
2) abolizione della disciplina sulle specializzazioni così come concepita dalla legge di riforma
3) abolizione di ogni parametro connesso al reddito, in riferimento alla prova dell'esercizio continuo della professione (si veda attuale formulazione dell’articolo 20 del DDL 1198)
4) abolizione dei crediti formativi con individuazione di criteri alternativi per l'assolvimento dell'obbligo di aggiornamento professionale
5) tutela delle categorie "deboli" dell'avvocatura a) donne in gravidanza e durante i primi anni di vita dei figli b) giovani avvocati c) avvocati diversamente abili
6) abolizione di ogni barriera (non solo di natura architettonica) che impedisca, di fatto, agli avvocati "svantaggiati" di potere accedere agli uffici giudiziari o, in genere, che limiti l'esercizio dell'attività a cagione delle condizioni fisiche
7) individuazione e predisposizione degli strumenti che consentano ai giovani avvocati un agevole inserimento professionale all'interno degli studi legali
8) introduzione all’interno del Tribunale di Roma di asili nido e scuole di infanzia gratuite, destinate ai figli dei colleghi e delle colleghe
9) creazione ed introduzione di una rivista gratuita on line settimanale, attraverso la quale tutti i colleghi possano essere costantemente informati su novità normative e giurisprudenziali
10) reintroduzione dell’obbligatorietà delle tariffe forensi e adeguamento delle medesime ed aggiornamento delle stesse (ferme al 2004)
11 ) modifica del sistema di accesso e retribuzione delle difese d’ufficio e del patrocinio a spese dello Stato per una migliore garanzia della difesa, onde consentire in concreto l’applicazione dei precetti costituzionali.
12) partecipazione attiva di tutti i colleghi alle decisioni più rilevanti che coinvolgono gli interessi degli avvocati Romani (ad esempio ricorrendo con maggiore frequenza all'organizzazione di assemblee o mediante altri strumenti partecipativi di democrazia diretta).
(Da Mondoprofessionisti del 19.10.2011)