Vanno pagate le multe prese per essere passati con il semaforo rosso e certificate dalla fotografia effettuata dagli apparecchi 'spia' collocati all'incrocio. Questo anche nell'ipotesi in cui nelle vicinanze non ci sono i vigili a contestare immediatamente l'infrazione. Ad affermarlo è la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21605/2011.
Il caso. Un automobilista di Pistoia contestava la 'fotomulta' per l'assenza dei vigili. In primo grado il verbale veniva annullato dal giudice di pace; verdetto, questo, però ribaltato in secondo grado e confermato poi dalla Cassazione.
Il giudizio di legittimità. La Suprema Corte , per effetto delle nuove norme, ha rivisto il suo precedente orientamento contrario a convalidare le multe accertate solo dalle foto senza l'intervento della polizia municipale: "le modifiche apportate al codice della strada, e convertite nella l. n. 214/2003, prevedono che in caso di attraversamento di un incrocio con il semaforo indicante la luce rossa non è necessaria la presenza degli organi di polizia stradale qualora l'accertamento avvenga mediante rilievo con apposite apparecchiature debitamente omologate". Pertanto, secondo i giudici di legittimità, "i documentatori fotografici delle infrazioni commesse alle intersezioni regolate da semaforo, ove omologati ed utilizzati nel rispetto delle prescrizioni riguardanti le modalità di installazione e di ripresa delle infrazioni, sono divenuti idonei a funzionare anche in modalità completamente automatica, senza la presenza degli agenti di polizia".
(Da avvocati.it del 27.10.2011)