giovedì 28 ottobre 2010

Omicidio Pallini: la causa si può perdere, la testa no

La terribile notizia di un avvocato che viene freddato nel proprio studio a colpi di pistola non può lasciarci indifferenti. A maggior ragione se si tratta di un civilista, che generalmente ha a che fare con giudizi riguardanti diritti patrimoniali e risarcimenti danni, e con clienti che potrebbero perdere la causa, ma non per questo la testa.
Ieri pomeriggio, verso le ore 16, il collega Massimo Pallini, 49 anni lo scorso Agosto, è stato ucciso con quattro colpi di pistola dal 62enne Natalino Di Mambro, per motivi legati ad un’asta giudiziaria: l’assassino, costituitosi in serata, imputava all’avvocato l’aver perduto parte del suo patrimonio. Ha chiesto alle altre persone in sala d’aspetto di passare avanti per avere un’informazione veloce al Pallini, ed invece l’ha ammazzato.
Ha affermato Giuseppe Di Mascio, presidente dell'Ordine degli avvocati di Cassino: "Si tratta di un gesto inspiegabile che getta paura un po' su tutti gli avvocati di Cassino, ma anche d'Italia. Non è la prima volta che accade un episodio violento del genere nei confronti di un avvocato". A lui fa eco Giuseppe Sileci, presidente dell’Associazione italiana giovani avvocati: “Ancora un altro avvocato è stato barbaramente ucciso. Siamo vicini ai familiari della vittima, ma ci sentiamo anche noi stessi vittime indirette di un mondo, in cui la tutela dei diritti ci fa sentire sempre più in prima linea".
Nessuno potrà restituire Massimo alla moglie ed al figlioletto. Ma l’episodio, che sembrerebbe superfluo stigmatizzare, impone una riflessione su una vicenda che sta cominciando a ripetersi in maniera preoccupante.
Anche l’AGA desidera esprimere il proprio cordoglio ai familiari dell’avvocato Pallini ed ai colleghi di Cassino.