Consiglio Nazionale Forense - Comunicato del 21.10.2010
“Apprendiamo con sorpresa che l’aula del senato oggi ha approvato un emendamento dell’opposizione, con parere favorevole del governo, che elimina la incompatibilità tra l’iscrizione all’albo forense e il rapporto di lavoro subordinato di natura privatistica”, commenta Guido Alpa, presidente del Consiglio nazionale forense.
“La nuova previsione travolge alcuni dei principi cardine della professione di avvocato quali quelli dell’autonomia e dell’indipendenza del professionista, peraltro ribaditi con forza dall’articolo 1 del disegno di legge. Nello specifico, la lettera c) e d) prevedono che l’ordinamento forense è teso a garantire “l’indipendenza e l’autonomia degli avvocati, indispensabili condizioni dell’effettività della difesa e della tutela dei diritti e “tutela l’affidamento della collettività e della clientela, prescrivendo l’obbligo della correttezza dei comportamenti e favorendo la qualità e l’efficacia della prestazione professionale”, ricorda Alpa.
“Non solo. La stessa previsione contrasta palesemente con lo spirito di una normativa improntata a garantire la qualità della prestazione professionale a esclusivo vantaggio dei cittadini. Non si vede infatti come un avvocato che svolga la propria attività nei ritagli di tempo lasciati disponibili dal suo lavoro dipendente, possa garantire adeguata e qualificata assistenza al proprio cliente”.
Claudia Morelli - Responsabile Comunicazione e rapporti con i Media