martedì 5 ottobre 2010

L’OUA presenta sette proposte per una professione moderna, rigorosa e di qualità

LE 7 PROPOSTE DELL’OUA
(dal sito wwwoua.it)

1) Numero programmato o chiuso nelle facoltà di giurisprudenza. È un dato costante che quasi tutti i laureati (25/30 mila all’anno) si presentano, dopo il tirocinio forense, all’esame di abilitazione alla professione di avvocato. In Francia, per fare un esempio, sono solo 3 mila.
2) Tirocinio e accesso rigoroso. L’esame di avvocato non può essere inflazionato e quindi poco selettivo. La riforma condivisa all’esame del Parlamento, se non sarà maldestramente modificata, interverrà con efficacia in questo senso.
3) Revisione dei patrocinanti in cassazione. Porre la parola fine ad un autentico “nonsense”, quello che consente di iscrivere per anzianità nell’elenco speciale dei patrocinanti in cassazione. È necessario introdurre immediatamente la obbligatorietà dell’esame per accedere all’elenco dei cassazionisti. È, inoltre, necessaria una seria revisione dell’elenco attuale “superinflazionato”. Solo una minima parte degli avvocati iscritti difende davanti alle giurisdizioni superiori.
4) Le specializzazioni. Il sistema delle specializzazioni è benvenuto e deve avere come scopo principale l’alta preparazione degli avvocati. Il percorso dovrà essere serio ed articolato. E riguarda principalmente la giovane avvocatura. È impensabile, con il previsto regime transitorio, specializzare, per anzianità, un numero enorme di avvocati (più di 90 mila nelle più rosee stime). Si cadrebbe nello stesso errore dell’elenco dei cassazionisti. Tutti avvocati, tutti cassazionisti. Ed ora, tutti specialisti. Non si possono specializzare gli avvocati solo perché esercitano l’attività di difesa nel processo. La specializzazione – che tutti vogliono – riguarda principalmente i diversi settori specifici del diritto sostanziale. Per tutte queste ragioni crediamo che il regolamento varato dal Cnf dovrebbe subito recepire alcune modifiche indicate da Ordini e Associazioni e innanzitutto revocare il regime transitorio, demandando al prossimo Congresso forense di Genova la definitiva determinazione.
5) Effettività dell’esercizio della professione per la iscrizione all’albo. In questo il progetto di legge di riforma professionale risponde adeguatamente alla richieste unitarie della categoria. 
6) La mediaconciliazione obbligatoria deve essere eliminata per le note ragioni esposte da mesi dall’Oua e condivise da tutta l’avvocatura (incostituzionale limitazione dell’accesso ai cittadini alla giustizia, aumento dei costi, abbassamento della qualità del servizio offerto...ecc), anche perché darebbe un ulteriore contributo negativo alla formazione di un numero enorme di mediatori non qualificati, oltre 30 mila, con una conseguente caduta di professionalità a scapito dell’istituto stesso della conciliazione, che, invece, deve essere implementato e valorizzato, spontaneamente, senza coercizione e con la presenza necessaria dell’avvocato difensore.
7) Riforma del giudice laico ed onorario. L’istituto va riformato con un utilizzazione rigorosa di avvocati qualificati, con esame di accesso, criteri di indipendenza, congrua retribuzione e copertura assicurativa e previdenziale.

Roma, 5 ottobre 2010