lunedì 16 dicembre 2013

La crisi abbatte i redditi dei professionisti

Rapporto Adepp, più colpiti avvocati
e notai; donne trainano nuovi iscritti

La scure della crisi non ha risparmiato neppure i liberi professionisti, che tra il 2009 e il 2012 hanno visto ridursi del 3,2% il loro reddito medio. In termini reali il calo è ancora più marcato e sale fino ad un pesante -10,4%. È quanto emerge da un rapporto dell'Adepp, l'Associazione degli enti previdenziali privati, che ha condotto un'indagine tra i suoi iscritti sui redditi utili per il calcolo dei contributi. Le casse che ne fanno parte vanno da quelle dei notai a quelle degli ingegneri, passando per avvocati, medici o commercialisti. Colpita in modo particolare, l'area definita 'giuridica', che ha registrato una caduta del valore reale dei redditi percepiti pari al 21,2%. Cresce, intanto, il numero degli iscritti agli enti previdenziali privati e la spinta arriva dalle professioniste donne. In generale, spiega ancora l’Adepp, nel 2012 si è registrato un aumento degli iscritti complessivi dell'1,23% rispetto all'anno precedente. E se si fa il confronto con il 2007 allora il rialzo diventa pari all'8,8%. Ecco che nel rapporto tra donne e uomini iscritti in cinque anni lo svantaggio per le professioniste si è ridotto, su un campione di 100 associati, da 29 contro 71 a 33 contro 67. Il terzo rapporto sulla previdenza privata sottolinea, inoltre, come sia stata forte la crescita degli iscritti con età pari o superiore a 40 anni, visto che, spiega, ''la mancanza di lavoro dipendente, o la perdita di esso, ha fatto sì che non solo i più giovani ma anche la categoria dei lavoratori più anziani intraprenda l'esercizio della libera professione come soluzione alternativa''. Nel 2012, le Casse previdenziali dei diversi settori hanno inoltre erogato complessivamente 334 milioni di euro in prestazioni assistenziali e di sostegno al reddito ai propri iscritti. Per quanto riguarda il welfare, le Casse private hanno erogato sempre nello stesso anno complessivamente 227,2 milioni, incrementando del 43,72% l'ammontare delle risorse destinate a tale scopo dal 2007. Nel 2012 l'Adepp rileva come le Casse abbiano erogato complessivamente 334 milioni di euro in prestazioni assistenziali e di sostegno al reddito ai propri iscritti. Così, spiega l'Adepp nel rapporto dedicato al settore. Per quanto riguarda il welfare, le Casse private hanno erogato nel 2012 complessivamente 227,2 milioni incrementando del 43,72% l'ammontare delle risorse destinate a tale scopo dal 2007. Cresce il numero degli iscritti agli enti previdenziali privati e la spinta arriva dalle professioniste donne. A rivelarlo è il terzo rapporto dell'Adepp sul settore. In generale nel 2012 si è registrato un aumento degli iscritti complessivi dell'1,23% rispetto all'anno precedente. E se si fa il confronto con il 2007 allora il rialzo diventa pari all'8,80%. Ecco che nel rapporto tra donne e uomini iscritti in cinque anni lo svantaggio per le professioniste si è ridotto da 29 contro 71 a 33 contro 67. Il terzo rapporto sulla previdenza privata sottolinea, inoltre, come sia stata forte la crescita degli iscritti con età pari o superiore a 40 anni, visto che, spiega, ''la mancanza di lavoro dipendente, o la perdita di esso, ha fatto sì che non solo i più giovani ma anche la categoria dei lavoratori più anziani intraprenda l'esercizio della libera professione come soluzione alternativa''. ''La strumentazione degli ammortizzatori sociali - ha detto il presidente dell'Adepp, Andrea Camporese - esiste solo per i lavoratori dipendenti, e questo non è più possibile. Mi ero entusiasmato per il discorso di insediamento di Letta, che aveva detto che uno dei punti centrali dell'azione del futuro governo era la copertura sociale del lavoro non dipendente, ma io non ho visto novità in questo capitolo e - ha sottolineato Camporese - credo che se non arriveranno ci saranno problemi ancora più gravi. Le professioni sono un pezzo rilevante di ricchezza del paese, non possiamo essere trattati come una dependance del sistema pubblico. Abbiamo preso gli enti con i debiti, rimesso in equilibrio un sistema a 50 anni dimostrando di essere efficienti - ha aggiunto - non possiamo essere bloccati da norme inefficienti e incongrue per il nostro sistema. ''Abbiamo fatto uno sforzo enorme senza nessun finanziamento da parte dello stato per cercare di alleviare le sofferenze e aiutare i nostri colleghi a entrare nel mondo del lavoro, ma a questo sforzo è corrisposto uno 'zero' da parte del pubblico'. Il presidente dell'Adepp che sottolinea che ''C'è un'impostazione ideologica, si è pensato per troppo tempo in questo paese che un professionista è un privilegiato, piuttosto egoista, spesso evasore, tutta questa realtà non solo non esiste ma - evidenzia - è stata spazzata via dai numeri, dalla perdita dei redditi, dalla sofferenza di chi ha studiato e che si ritrovano in una gravissima difficoltà lavorativa. Abbiamo fatto uno sforzo enorme - sottolinea Camporese - senza nessun finanziamento da parte dello stato per cercare di alleviare le sofferenze e aiutare i nostri colleghi a entrare nel mondo del lavoro, ma a questo sforzo è corrisposto uno 'zero' da parte del pubblico. C'è un'impostazione ideologica, si è pensato per troppo tempo in questo paese che un professionista è un privilegiato, piuttosto egoista, spesso evasore, tutta questa realtà non solo non esiste ma - evidenzia - è stata spazzata via dai numeri, dalla perdita dei redditi, dalla sofferenza di chi ha studiato e che si ritrovano in una gravissima difficoltà lavorativa. Spero - prosegue - che venga il momento in cui affrontare in modo trasparente i temi dell'autonomia, della tassazione e del welfare, certamente non possiamo subire altro''. Lo ha detto il presidente dell'Adepp, Andrea Caporese, presentando il terzo rapporto sulla previdenza privata. ''Credo che reagiremo ulteriormente, quanto meno - ha spiegato - facendo sapere da subito, dopo le ferie natalizie, quali sono gli abusi subiti''. Quindi, ha sottolineato, ''io proporrò ai colleghi presidenti di scrivere a ogni singolo iscritto gli abusi che subisce, in modo che abbiano consapevolezza di chi è colui che abusa, che non siamo noi, poi vedremo qual è la comprensione da parte del governo''. Il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani, parlando al convegno, ga detto che   ''Per anni le attenzioni di Bruxelles sono state un po' limitate, ma per la prima volta in Ue il professionista è stato indicato come un vero e proprio imprenditore che produce benessere e lavoro. Le aziende in Europa non potrebbero operare se non avessero il supporto delle professioni'' ha aggiunto. Per febbraio-marzo concluderemo il lavoro e daremo vita ad un piano d'azione europeo per i professionisti'' per ''far sì che i liberi professionisti siano protagonisti della crescita economica. I fondi europei 2014-2020 non possono escludere i professionisti. Non finanziamenti a pioggia ma aiutare i professionisti a diventare protagonisti della crescita, i giovani in particolare''. Questo il compito della politica a sostegno delle professioni, secondo Tajani.

(Da Mondoprofessionisti del 16.12.2013)