Le
novità per disoccupati, famiglie numerose
e con
disabili, pensionati e autonomi
Il nuovo Isee – più volgarmente definito “riccometro”
– è ai nastri di partenza. Oggi, il Consiglio dei ministri dovrebbe accordare
il via libera allo schema di decreto Dpcm che definirà i parametri per accedere
alle prestazioni agevolate in base al reddito e al patrimonio immobiliare, ma
non solo.
Notevoli le modifiche che verranno apportate
all’indicatore di situazione economica equivalente, e di pari passo, di elevata
importanza le novità sostanziali sui bonus e il riconoscimento di facilitazioni
per contesti in particolare difficoltà.
Sono passati ormai quindici anni da quando l’Isee ha
fatto il suo debutto sul quadro economico delle famiglie italiane, come l’unico
metro per valutare la possibilità di un nucleo di farcela da solo o, in
alternativa, di poter accedere a qualche benefit in relazione alla quantità dei
componenti o alle difficoltà oggettive in carenza di reddito adeguato.
Così, fino a oggi, il sistema ha subito frequenti
rivisitazioni, fino a quella che potrebbe essere varata a brevissimo da parte
del governo Letta, che altro non farà che eseguire una disposizione prevista
nel famoso Salva-Italia approvato due anni or sono dall’esecutivo di Mario
Monti.
Vengono previste dal nuovo Isee 2013 alcune diverse
modalità di calcolo dell’indicatore, in particolare qualora si riferisca a
prestazioni sociosanitarie, per minorenni con genitori separati e per l’accesso
alle rette universitarie. Aumentano i controlli per prevenire ventuali
distorsioni del mezzo, mentre l‘indicatore potrebbe fare anche da apripista sia
per la nuova social card che per l’incombente Iuc, la nuova imposta unica
comunale sugli immobili. Ma vediamo in dettaglio le maggiori novità dell’Isee
2013.
Particolare attenzione, dalle prime indiscrezioni
contenute nella relazione tecnica, viene riservata alle famiglie numerose – dai
tre figli in su – o in presenza di disabili. Per questi casi, le franchigie sul
patrimonio mobiliare e immobiliare dovrebbero essere innalzate, con ulteriore
possibilità di dedurre il tetto di spesa, provocando, in questo modo, la
discesa dell’indicatore.
Con i dati sulla disoccupazione sempre più allarmanti
– in particolare per i giovani anche over 30 – viene riconosciuta la
possibilità di intervenire in corso d’opera nell’eventualità di oscillazioni
oltre il 25% del parametro redittuale precedentemente inserito, a seguito di
risoluzione, sospensione o riduzione dell’attività di lavoro, così come per il
mancato rinnovo di contratti a termine e in cessazione di attività per gli
autonomi.
Quindi, viene stabilito come, per le situazioni di
disabilità, al mantenimento del coniuge viene posto un limite a 5mila euro di
sottrazione ai redditi personali, mentre in caso di trattamento pensionistico
viene sancito un limite di mille euro, con riduzione del 20%, lo stesso che
viene previsto per redditi da lavoro dipendente, con tetto a 3mila.
Passando al capitolo delle prime case, quindi, in
questi giorni nel ciclone del ritorno imprevisto dell’Imu, sul fronte delle
detrazioni bisognerà risalire all’indicatore aggiungendo, per ogni componente
della famiglia, il valore sia del patrimonio mobiliare che immobiliare,
calcolato sulla base della stessa Imu, con apposizione del valore
del’abitazione principale ai due terzi del valore reale.
(Da leggioggi.it del 3.12.2013)