Lo scorso 21 novembre il Consiglio dei Ministri, in
recepimento della direttiva comunitaria 2011/77/UE, ha approvato l’estensione
da 50 a
70 anni della durata dei diritti connessi al diritto d'autore riconosciuti ad
artisti, interpreti ed esecutori, sulle interpretazioni musicali fissate in un
fonogramma e dei produttori di fonogrammi. Lo schema di decreto legislativo
passerà ora alle Camere per l'approvazione definitiva.
I diritti connessi, come è noto, sono quei diritti
che spettano per la pubblica diffusione di musica registrata non agli autori
originali che hanno creato l’opera, bensì a coloro che sono intervenuti
sull’opera da un punto di vista professionale con la propria creatività
(interpreti ed esecutori) o con la propria attività di impresa (produttori
fonografici).
Il nuovo termine di 70 anni di protezione sarà
calcolato a partire dalla data di prima pubblicazione lecita su supporto fisico
o comunicazione al pubblico del fonogramma (ad es. via radio, canali tv,
Internet). L’estensione della protezione trova applicazione solo con
riferimento alle interpretazioni musicali fissate in un fonogramma e ai
fonogrammi stessi, restano esclusi sia i diritti degli artisti sulle
interpretazioni che non sono fissate in un fonogramma, sia i diritti dei
produttori sulle opere cinematografiche o audiovisive, la cui durata rimane di
50 anni.
Scopo dell’iniziativa legislativa è l’innalzamento
del livello di protezione degli artisti dell’industria musicale, per garantire
loro uno sfruttamento economico ed artistico delle proprie interpretazioni per
un periodo più lungo degli attuali 50 anni, spesso insufficienti a proteggere
le esecuzioni per tutta la vita dell’artista. Tale misura garantisce agli
artisti, interpreti o esecutori, che iniziano la loro carriera in giovane età
un adeguato ritorno economico per le loro interpretazioni musicali in età
avanzata, facendo fronte al calo del reddito della loro attività professionale
negli ultimi anni di vita; inoltre, servirà a limitare un uso discutibile delle
esecuzioni degli artisti quando questi sono ancora in vita.
La nuova norma prevede anche che decorsi 50 anni
dalla prima pubblicazione o comunicazione al pubblico del fonogramma, qualora
il produttore non metta in vendita, o comunque a disposizione del pubblico, un
numero sufficiente di copie del fonogramma, l’artista, interprete o esecutore,
avrà facoltà di risolvere unilateralmente il contratto di cessione dei diritti
connessi con la casa discografica. Il produttore avrà altresì l'obbligo di
accantonare un fondo pari al 20% dei ricavi annui da devolvere agli artisti i
cui contratti discografici prevedono forme di remunerazione non ricorrente
(i.e. compenso forfettario o non calcolato in percentuale sulle vendite),
garantendo loro una remunerazione annua supplementare irrinunciabile.
Apprezzamento positivo per l’adozione del
provvedimento è stato espresso dalla FIMI (Federazione Industria Musicale
Italiana), PMI (Produttori Musicali Indipendenti) e IFPI (Federazione
Internazionale Industria Discografica). L’effetto della nuova norma è quello di
proteggere dal pubblico dominio gran parte della produzione discografica degli
artisti in attività dagli anni '60 (tra cui i noti big stranieri e italiani),
che ha indubbiamente un valore di asset strategico per le aziende musicali.
L’estensione del termine di durata del copyright certamente comporterà molti
vantaggi per le major e le grandi rockstar ma vi saranno conseguenze positive anche
per gli artisti di minore popolarità e potere contrattuale. La nuova norma
costituisce in ogni caso un riconoscimento al ruolo importante che gli artisti
interpreti svolgono nel successo di una canzone.
Rocco Lanzaveccvhia (da ilsole24ore.com del 29.11.2013)