Sabato nella Capitale l'incontro nazionale dell'avvocatura
contro la revisione della geografia giudiziaria
Continua la lotta degli avvocati contro la chiusura degli uffici giudiziari sul territorio. Sabato 6 aprile a Roma al Visconti Palace hotel si terrà l'incontro nazionale dell'avvocatura contro la revisione della geografia giudiziaria. Secondo Nicola Marino, presidente dell'Oua, l'organismo unitario di rappresentanza politica dell'avvocatura, cresce l'adesione alla protesta. “Alla manifestazione di sabato –afferma - hanno confermato la partecipazione diversi ordini d'Italia in prima linea qui fuori dove il provvedimento varato dal governo è stato rinviato la Consulta (sono già otto), ma non mancheranno le rappresentanze degli ordini più grandi come quello di Roma. Per il consiglio nazionale forense interverrà il consigliere nazionale e Enrico Merli. Si attendono infine le adesioni di numerosi sindaci in molti comuni dell'Anci”. Per Marino “la strada intrapresa dal settore giustizia, quella dei tagli, è sbagliata e inadeguata, risparmi sono visibili nel breve periodo esistenti nel lungo, anzi le ricadute rischiano di essere controproducenti per i territori interessati dal provvedimento”. Il Consiglio di Stato nei giorni scorsi con un'ordinanza cautelare, su ricorso dei sindaci e di un gruppo di avvocati, ha sospeso, in attesa di una sentenza di merito del Consiglio di Stato, la soppressione delle sedi distaccate dei tribunali di Legnano, Rho e Cassano d'Adda. “Al di la' della sentenza di merito che emetterà il Consiglio di Stato - ha sottolineato il vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia Fabrizio Cecchetti (Lega Nord) - adesso c'è la speranza che a Roma riaprano il dossier sulla giustizia. Tagliare per tagliare senza nessun criterio non porta da nessuna parte. Il numero di casi che finiscono ogni anno all'attenzione dei tribunali sono la prova che quelle sezioni distaccate non sono inutili. Inoltre il trasferimento delle udienze provocherebbe ulteriori rallentamenti e non pochi disagi per i cittadini. Ecco perché Legnano, Rho e Cassano d'Adda, come tutte le altre sedi distaccate della Lombardia, non devono chiudere''.
Luigi Berliri (da Mondoprofessionisti del 4.4.2013)