di Maurizio de Tilla, presidente OUA
L’Organismo Unitario dell’Avvocatura italiana, Oua, con una “Lettera aperta” si rivolge direttamente ai cittadini per spiegare come cambierà la nostra, già malandata, giustizia civile con l’introduzione, dal 20 marzo, dell’obbligatorietà della mediaconciliazione: quanto costerà, come funzionerà. Per l’Oua è in corso la “svendita” a privati del diritto all’accesso alla giustizia Un silenzio inspiegabile ha accompagnato il varo della mediaconciliazione obbligatoria dal 21 marzo la giustizia civile viene “svenduta” a privati e comincerà così la sua definitiva “rottamazione”, con un aumento ingiustificato di costi a carico degli italiani. Eppure nè i mezzi di comunicazione, nè gli spot governativi dal sapore “bulgaro”, nè i “salotti informativi”, hanno speso una parola per spiegare davvero cosa cambia per il cittadino comune. Si sono rappresentate le osservazioni e le critiche degli avvocati come un riflesso corporativo in difesa di interessi particolari, nel frattempo ci si scordava di raccontare la verità e cioè che le vere “caste” di questo Paese mettevano le loro mani sulla giustizia pubblica. Altro che snellire e contribuire alla riduzione dell’eccessiva durata dei processi. L’avvocatura, sia ben chiaro è da sempre favorevole agli strumenti conciliativi e all’implementazione di quelli extragiudiziali, a patto, però, che si mantengano criteri di qualità e rigore, oltre che di accesso universale e pubblico alla macchina giudiziaria. Invece, in questi mesi, abbiamo dovuto far fronte alla definizione di un sistema di mediaconciliazione che, così come concepito, non solo non è in linea con la normativa degli altri Paesi europei, ma disattende pure le necessità dei cittadini comuni e viola la Costituzione. Nel Parlamento in modo trasversale si è compreso la portata del problema, ma le pressioni del Ministero di Giustizia, i voti di fiducia e le incessanti campagne dei Poteri forti, hanno vanificato le molte iniziative bipartisan (non a caso, in tempi di dure contrapposizioni) su questo nodo . Per tutte queste ragioni – conclude de Tilla - alla vigilia dell’astensione dalle udienze, dal 16 al 22 marzo e della manifestazione pubblica del 16 marzo a Roma ci rivolgiamo ai cittadini per spiegargli come cambierà la giustizia civile e quanto gli costerà questa radicale trasformazione. Vogliamo raccontare questo “grande inganno” che porterà ad avere una giustizia rapida per i più forti e un’altra di serie B, costosa, lenta e inefficiente per i cittadini comuni.
(Da Mondoprofessionisti dell’1.3.2011)