Da lunedì scorso è entrata in vigore la mediazione obbligatoria per le cause civili e commerciali. In concreto, chi volesse intraprendere una causa, rientrante nelle fattispecie di cui sopra, dovrà prima ricercare un accordo obbligatorio, presso un mediatore, che dovrà esitare un giudizio entro un massimo di quattro mesi. Obiettivo della nuova normativa è di sfoltire la pesante macchina della giustizia civile, garantendo una rapidità nei giudizi. Gli avvocati non l’hanno presa per nulla bene, hanno indetto una settimana di astensioni dalle udienze. E nella prossima assemblea fissata per domani l’Oua esaminerà la possibilità di indire altre giornate di astensione e ulteriori manifestazioni pubbliche a Roma, Milano, Napoli, Venezia e in altre città del Paese ritenendo che questa legge sulla mediazione obbligatoria ponga problemi e criticità, tali da metterne in discussione la stessa esistenza. Anche il Consiglio nazionale forense è contro la mediaconciliazione”. In una nota di lunedì diffusa dal Cnf si legge infatti testualmente “che la disciplina sulla media-conciliazione, in quanto obbligatoria, è incostituzionale e che il sistema, così come concepito, non assicura un’adeguata soluzione delle controversie”. In particolare le rappresentanze dell’avvocatura chiedono che la mediazione non sia obbligatoria e che comunque sia prevista l’assistenza di un avvocato. Annunciati due disegni di legge al Senato per modificare la procedura che dovrebbe essere non più obbligatoria e prevedere l’assistenza di un legale.
(Estratto da articolo di Luigi Berliri su Mondoprofessionisti del 24.3.2011)