venerdì 25 marzo 2011

Dà in prestito a figlio e nuora la casa di sua proprietà per oltre 20 anni

Il comodato è a vita. Respinto il ricorso del suocero

Difficile per i genitori recuperare la casa prestata per molti anni alla famiglia del figlio. Infatti, in questo caso, il comodato si presume a vita.
È quanto si evince dalla una sentenza depositata oggi dalla Corte di cassazione con la quale è stato respinto il ricorso del proprietario di un immobile. L'uomo aveva prestato al figlio e alla nuora la casa dall'80 al 2000. Poi l'aveva chiesta indietro (nel frattempo si era tenuto l'usufrutto intestando ai due la nuda proprietà).
Contro il rifiuto della coppia lui si era rivolto al Tribunale e aveva vinto. Poi le cose erano andate diversamente in Corte d'Appello. Infatti i giudici avevano ribaltato il verdetto presumendo che un prestito così lungo celasse in realtà un comodato a vita.
La Suprema corte ha confermato il verdetto richiamando u noto principio delle Sezioni unite (sentenza 13603/2004) secondo cui "in ipotesi di concessione in comodato da parte di un terzo di un bene immobile di sua proprietà perché sia destinato a casa familiare, il successivo provvedimento di assegnazione in favore del coniuge affidatario di figli minorenni o convivente con figli maggiorenni non autosufficienti senza loro colpa, emesso nel giudizio di separazione o di divorzio, non modifica la forma e il contenuto del titolo di godimento sull'immobile, ma determinauna concentrazione in capo alla persona dell'assegnatario, di detto titolo di godiment, che resta regolato dalla disciplina del comodato, con la conseguenza che il comodante è tenuto a consentire la continuazione del godimento per l'uso previsto dal contratto, salva l'ipotesi di sopravvenienza di un urgente e imprevisto bisogno, ai sensi dell'art. 1809 c.c.".

Debora Alberici (da cassazione.net)