Il Cnf ha inviato agli Ordini
uno schema di regolamento
per la istituzione dei nuovi organismi
per la promozione della parità
di genere nella professione
Il nuovo ordinamento professione forense è la prima legge professionale che ha introdotto il principio della rappresentanza e parità di genere, considerato un valore per una professione che si tinge sempre più di rosa. Le avvocate, infatti, sono 105.683 (46%) su un totale 229.745 di iscritti agli albi, mentre le praticanti avvocate hanno raggiunto una percentuale del 59%. Le avvocate, tuttavia, contano su un reddito che è circa la metà di quello prodotto dai loro colleghi. Secondo i dati del 2011, il reddito medio prodotto dalle donne avvocato è stato poco superiore a 28mila euro, contro i quasi 70mila degli uomini. Tra le misure del nuovo Statuto dell’Avvocatura (legge n. 274/012) in questo ambito, l’articolo 25 prevede presso ogni Consiglio dell’Ordine forense la costituzione di un Comitato Pari Opportunità su base elettiva; norma immediatamente applicabile. Per favorire tale costituzione e coadiuvare i Consigli nell’adempimento di questo compito, il Cnf ha inviato oggi ai Presidenti uno schema di regolamento, uno strumento di lavoro che potrà rappresentare una traccia o al quale i Coa, nella loro competenza esclusiva, potranno ispirarsi per redigere i propri regolamenti istitutivi. Lo schema di regolamento è frutto del lavoro della Commissione pari opportunità del Cnf interna, coordinata da Susanna Pisano, che ha esaminato i regolamenti degli oltre 60 Cpo già esistenti e che è stata investita di numerose richieste di chiarimento da parte di molti Ordini. I Comitati avranno il compito di promuovere la parità nell’accesso, formazione e qualificazione professionale e lavorare per prevenire e rimuovere comportamenti discriminatori legati al genere o altre ragioni tra gli iscritti agli albi forensi. Lo schema di regolamento, oltre indicare orientativamente la disciplina per la composizione/elezione/durata in carica/incompatibilità, propone esemplificativamente anche una serie di compiti che il Cpo potrebbe svolgere, come:
a) attività di ricerca, analisi e monitoraggio della situazione degli avvocati e dei praticanti operanti in condizioni soggettive od oggettive di disparità nell'ambito istituzionale di pertinenza dell'Ordine degli Avvocati;
b) diffusione di informazioni sulle iniziative intraprese;
c) elaborazione di proposte per creare e favorire effettive condizioni di pari opportunità per tutti anche nell’accesso e nella crescita dell’attività professionale;
d) proposte al Consiglio dell’Ordine iniziative previste dalle leggi vigenti;
e) elaborazione e proposta di codici di comportamento diretti a specificare regole di condotta conformi al principio di parità e ad individuare manifestazioni di discriminazione anche indirette;
f) promozione di iniziative e confronti tra gli Avvocati ed i Praticanti e gli operatori del diritto sulle pari opportunità;
g) promozione di moduli di formazione professionale per diffondere e valorizzare le differenze di genere ed il diritto antidiscriminatorio;
h) individuazione di forme di sostegno ed iniziative volte a promuovere la crescita professionale degli avvocati e dei praticanti operanti in situazioni soggettive od oggettive di disparità e la loro rappresentanza negli organi istituzionali e associativi anche tramite l'attuazione delle leggi e dei regolamenti che disciplinano l'ordinamento professionale.
Il Comitato può istituire, con propria delibera, uno “sportello” volto a fornire, gratuitamente, agli iscritti agli Albi e al Registro dei Praticanti informazioni e orientamenti in materia di pari opportunità e tutela antidiscriminatoria.
(Da Mondoprofessionisti del 28.2.2013)