Gli
emendamenti alla Camera
non
aboliscono l'obbligatorietà
ma
introducono una fase sperimentale di 3 anni,
al termine
dei quali verranno esaminati
risultati e
possibilità di prosecuzione
Mediaconciliazione si cambia: resta obbligatoria ma
rivedibile tra 3 anni. Uno dei 54 emendamenti approvati in Commissione Giustizia
della Camera all’unica porzione del decreto del fare ancora non entrata in
vigore – quella sulla giustizia civile, appunto – in buona parte si rivolgono
proprio all’istituto della mediazione, che, comunque, non vede decadere la sua
obbligatorietà – come richiesto dal’avvocatura – ma entra in una fase
sperimentale di 3 anni, al termine dei quali verranno esaminati risultati e
possibilità di prosecuzione. Quindi, richiesta accolta sulla gratuità del primo
incontro al tavolo di mediazione, un altro punto comparso nelle richieste del
Consiglio nazionale forense a nome dei professionisti del foro. Mentre, con il
testo originario, i sinistri stradali erano stati esclusi in toto dalle materie
di interesse della conciliazione obbligatoria, ora vengono reinseriti quelli
senza danno alle persone, oltre alle diatribe tra coniugati in merito al
patrimonio comune. Le decisioni dell’organo consultivo erano molto attese,
soprattutto dopo l’agitazione proclamata dagli avvocati a seguito del ritorno
della mediazione civile nel dettato normativo. Come noto, infatti, il mondo
forense ha proclamato nei giorni scorsi una settimana di sciopero in ordine
sparso, che ha comunque inciso su quasi la totalità dei processi in corso, al
fine di contestare la proposta del governo di reintrodurre la conciliazione
obbligatoria come condizione di procedibilità. Altro argomento spinoso, che
aveva portato gli avvocati a incrociare le braccia in polemica con l’esecutivo
e, in particolare,con il ministro della Giustizia, è quello del Giudice
ausiliare. A tal proposito, dunque, le modifiche inserite dalla Commissione
Giustizia alla Camera prevedono che anche i magistrati con almeno 5 anni di
esperienza possano effettuare l’accesso, mentre vengono ristrette le
possibilità per le toghe già in pensione. Veniamo, quindi, al nodo tirocini:
mentre la riforma forense attende la piena entrata in vigore anche su questo
aspetto – con la previsione legislativa della retribuzione a zero per i primi
sei mesi – viene specificato che, invece, il rimborso vada assicurato dagli studi
in cui i giovani avvocati svolgono il praticantato, tra i quali, ora, sono
inclusi anche magistrati di sorveglianza, gip e tribunali minorili. Da ultimo,
con la revisione del decreto del fare in Commissione giustizia, viene richiesto
di incrementare di non meno di un terzo la quota del Fondo unico della
Giustizia che rientra nel mondo dei professionisti e delle autorità, riducendo,
al contempo, quella destinata alla presidenza del Consiglio.
Luigi Berliri (da
Mondoprofessionisti dell’11.7.2013)