venerdì 12 luglio 2013

Mediaconciliazione… in prova



Gli emendamenti alla Camera

non aboliscono l'obbligatorietà

ma introducono una fase sperimentale di 3 anni,

al termine dei quali verranno esaminati

risultati e possibilità di prosecuzione



Mediaconciliazione si cambia: resta obbligatoria ma rivedibile tra 3 anni. Uno dei 54 emendamenti approvati in Commissione Giustizia della Camera all’unica porzione del decreto del fare ancora non entrata in vigore – quella sulla giustizia civile, appunto – in buona parte si rivolgono proprio all’istituto della mediazione, che, comunque, non vede decadere la sua obbligatorietà – come richiesto dal’avvocatura – ma entra in una fase sperimentale di 3 anni, al termine dei quali verranno esaminati risultati e possibilità di prosecuzione. Quindi, richiesta accolta sulla gratuità del primo incontro al tavolo di mediazione, un altro punto comparso nelle richieste del Consiglio nazionale forense a nome dei professionisti del foro. Mentre, con il testo originario, i sinistri stradali erano stati esclusi in toto dalle materie di interesse della conciliazione obbligatoria, ora vengono reinseriti quelli senza danno alle persone, oltre alle diatribe tra coniugati in merito al patrimonio comune. Le decisioni dell’organo consultivo erano molto attese, soprattutto dopo l’agitazione proclamata dagli avvocati a seguito del ritorno della mediazione civile nel dettato normativo. Come noto, infatti, il mondo forense ha proclamato nei giorni scorsi una settimana di sciopero in ordine sparso, che ha comunque inciso su quasi la totalità dei processi in corso, al fine di contestare la proposta del governo di reintrodurre la conciliazione obbligatoria come condizione di procedibilità. Altro argomento spinoso, che aveva portato gli avvocati a incrociare le braccia in polemica con l’esecutivo e, in particolare,con il ministro della Giustizia, è quello del Giudice ausiliare. A tal proposito, dunque, le modifiche inserite dalla Commissione Giustizia alla Camera prevedono che anche i magistrati con almeno 5 anni di esperienza possano effettuare l’accesso, mentre vengono ristrette le possibilità per le toghe già in pensione. Veniamo, quindi, al nodo tirocini: mentre la riforma forense attende la piena entrata in vigore anche su questo aspetto – con la previsione legislativa della retribuzione a zero per i primi sei mesi – viene specificato che, invece, il rimborso vada assicurato dagli studi in cui i giovani avvocati svolgono il praticantato, tra i quali, ora, sono inclusi anche magistrati di sorveglianza, gip e tribunali minorili. Da ultimo, con la revisione del decreto del fare in Commissione giustizia, viene richiesto di incrementare di non meno di un terzo la quota del Fondo unico della Giustizia che rientra nel mondo dei professionisti e delle autorità, riducendo, al contempo, quella destinata alla presidenza del Consiglio.


Luigi Berliri (da Mondoprofessionisti dell’11.7.2013)